VII Commissione Senato - seduta del 9 febbraio 2005 (disposizioni urgenti per i beni culturali) 2005-02-09
ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7ª)
MERCOLEDÌ 9 FEBBRAIO 2005
357ª Seduta
Presidenza del Presidente ASCIUTTI
Intervengono il vice ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Caldoro, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Ventucci nonché il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Bono.
La seduta inizia alle ore 15,25.
IN SEDE REFERENTE
(3276) Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, recante disposizioni urgenti per l'università e la ricerca, per i beni e le attività culturali, per il completamento di grandi opere strategiche, per la mobilità dei pubblici dipendenti, nonché per semplificare gli adempimenti relativi a imposte di bollo e tasse di concessione
(Seguito dell'esame e rinvio)
Riprende l'esame, sospeso nella seduta di ieri, nel corso della quale - ricorda il PRESIDENTE - si era svolta la relazione illustrativa e si era avviata la discussione generale.
Il senatore MONTICONE (Mar-DL-U) si sofferma anzitutto sulle disposizioni recate all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge, in materia di definizione dei programmi triennali relativi al fabbisogno di personale universitario, che definisce senz'altro intempestive. Non va infatti dimenticato, egli prosegue, che esse si inseriscono in un contesto critico, come testimonia la circostanza che il Ministro ha invitato le università a sospendere l'effettuazione delle procedure concorsuali già bandite.
Dopo aver stigmatizzato la circostanza che tale intervento non si inserisca in un contesto sistematico, egli auspica quindi un sollecito esame in Aula della relazione sull'affare assegnato in materia di università (Doc. XXIV, n. 13-A), al fine di definire quanto meno un quadro condiviso di intervento.
Nel convenire poi con l'importanza di una effettiva attività di programmazione del fabbisogno di personale universitario, egli deplora tuttavia la scelta del termine del 31 marzo prossimo, entro il quale gli atenei sono chiamati a sottoporre al Ministero i programmi triennali. Si tratta infatti - egli prosegue - di una scadenza estremamente ravvicinata che, come osservato dal senatore Tessitore nel suo intervento, risulta particolarmente inadeguata per le grandi università che, ai sensi della normativa vigente, devono acquisire il parere di molteplici organismi universitari.
Il senatore esprime altresì perplessità con riferimento alla disposizione recata al comma 2 dell'articolo 1, diretta a ridurre ad un anno il periodo di conferma dei ricercatori. In proposito, rammenta l'impegno della Commissione, nella passata legislatura, per individuare una soluzione finalizzata ad assicurare prospettive professionali ai ricercatori, che aveva condotto all'approvazione di un disegno di legge, poi arenatosi presso l'altro ramo del Parlamento, che tendeva a distinguere l'attività dei ricercatori vincitori di concorso da quella dei ricercatori confermati.
La misura ora introdotta, che giudica inopportuna, non risolve peraltro il problema centrale relativo all'elevata età media dei ricercatori italiani, che invece - a suo avviso - richiederebbe la revisione del loro sistema di reclutamento e di collocamento.
Dopo aver sottolineato che la riduzione del periodo di conferma non assicura neanche particolari vantaggi agli stessi ricercatori, egli riterrebbe preferibile, al limite, eliminare del tutto tale istituto, atteso che, a suo avviso, è incongruente attendersi che uno studioso possa realizzare e documentare una intensa attività di ricerca, circoscritta ad un solo anno, tale da determinare la conferma. Né va poi dimenticato, prosegue il senatore, il generale clima di incertezza che caratterizza taluni percorsi accademici, come ad esempio i dottorati di ricerca, che rende ancor meno opportuna una simile misura.
Soffermandosi inoltre sull'articolo 4, egli esprime anzitutto apprezzamento per la scelta di destinare maggiori risorse ai settori della conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, nonché alla prevenzione incendi e installazione di sistemi antifurto nei locali adibiti a sedi culturali.
Al riguardo, riterrebbe tuttavia opportuno, da un lato, un ulteriore sforzo economico e, dall'altro, una precisa definizione delle priorità d'intervento, con particolare riferimento alla messa in sicurezza dei locali. Nel ritenere indispensabile tale scelta metodologica, che rappresenta un'esigenza che caratterizza anche le scuole italiane, sollecita il Parlamento ad accogliere un atto di indirizzo nei confronti delle autorità competenti.
Conclude auspicando non solo un minore ricorso ai decreti-legge, specie in settori così importanti come l'università, ma anche una maggiore omogeneità delle disposizioni in essi recate.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
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