| DISTRETTI CULTURALI, TRAMA TERITORIALE PER I SISTEMI TURISTICI LOCALI 22-10-2008 Antonio V. GELORMNI
Il distretto culturale, come area di comuni e di comunità, vuole diventare il primo nucleo aggregante di un sistema turistico locale (la Capitanata o l'Antica Daunia), integrato e funzionale al più grande rilancio della destinazione Puglia. Capace di creare una rete di attrattori turistico-culturali, per essere in grado di attrarre e trattenere domanda. "La vera sfida di Daunia Vetus, così come di ogni distretto culturale, sarà riuscire a mettere in relazione tutte le realtà operative del territorio", ha detto Giovanni Aquilino, "da quelle produttive, a quelle associative, da quelle commerciali a quelle finanziarie, da quelle amministrative a quelle assistenziali. Mettere in relazione i talenti, le risorse umane, le idee, le strutture e le capacità innovative, per creare opportunità e crescita nei suoi territori. Solo così i prodotti, non solo turistici, potranno avere le caratteristiche di originalità e di qualità indispensabili per affermarsi sui mercati". Se tale modello di distretto, applicato con convinzione, è naturalmente in grado di produrre impatti significativi sul reddito e sull'occupazione locali, c'è da dire che la sua nascita non è avvenuta per cause spontanee. Essa, al contrario, ha goduto della benevola spinta delle Fondazioni Bancarie aderenti all'ACRI, che col Progetto Sud di alcuni anni fa intesero promuovere, anche nel Mezzogiorno, questo strumento di relazione e di sviluppo territoriale, che facesse leva sul grande patrimonio culturale comune. "Ma non basta", ha precisato Antonio V. Gelormini, "per essere catalizzatore di processi di aggregazione, il distretto culturale non potrà che avvalersi della vera risorsa inespressa del patrimonio locale: "le persone". Il nostro valore aggiunto, infatti, non risiede solo nelle pietre dei monumenti, nei tesori dei musei o nei colori del nostro paesaggio, ma esso è intimamente conservato nelle persone che lo abitano, ne custodiscono i tesori e ne valorizzano la storia". Ed ha aggiunto: "Superando le "colonne d'Ercole" dei tanti campanili, con lo sguardo proiettato verso un orizzonte più vasto, nel distretto si favorirà l'azione sinergica fra le attività dell'industria culturale, perché per conservare cultura bisogna crearne sempre di nuova. Saranno promosse logiche di filiera fra soggetti pubblici e privati, per mettere a sistema il patrimonio di risorse e di attrattori condivisi. Con lo spirito fortemente racchiuso nell'esortazione del fanciullo diventato simbolo del manifesto del distretto. In un contesto abituato da tempo ad accontentarsi dell'uovo quotidiano, quando non addirittura a contenderselo, la missione di Daunia Vetus mirerà a stimolare l'interesse verso l'altro, a fare squadra, e ad organizzarsi una volta per tutte per riuscire ad allevare la gallina". Ai sei membri iniziali del metaforico equipaggio subappenninico: Lucera, Troia, Bovino, Biccari, Faeto e Orsara di Puglia, se ne sono aggiunti altri, Pietramontecorvino, Roseto, Celenza, Castelnuovo della Duania, entrambe le Comunità Montane dei Monti Dauni e la stessa Provincia di Foggia. Insieme si accingono ad affrontare il mare aperto di un sistema di collaborazione e di una rete di interessi comuni. Nocchiero della spedizione resta la Diocesi di Lucera-Troia. E il suo vescovo, Mons. Domenico Cornacchia, ha già puntualizzato che: "L'appuntamento di Sabato 18 ottobre non è solo un evento celebrativo, ma anche l'opportunità per cominciare a individuare percorsi e scenari innovativi, per il rilancio dei nostri territori e la crescita di sensibilità culturale delle nostre comunità". |