Campone, si tratta sui vincoli L'Arena, 27/01/2005
Venduto il Campone, adesso si apre la trattativa sui vincoli. Da una parte il gruppo privato che ha acquistato l'ex carcere di via del Fante e che intende ristrutturarlo, dall'altra parte il Comune che chiede il rispetto della destinazione pubblica in base ai vincoli imposti con il decreto ministeriale dell'aprile 2004. Ma sarà necessario trovare un punto d'accordo, una mediazione concordata modificando i vincoli esistenti? Destinazione pubblica può essere anche un parcheggio interrato, una delle ipotesi emerse per il riutilizzo della parte scoperta del complesso. Resta da capire, essendoci la volontà del Comune di destinare una parte dei 15 mila quadrati coperti agli uffici giudiziari, se dovrà consentire che nel resto dell'edificio si possano ricavare abitazioni o uffici o negozi. Perché c'è anche una «linea dura», in Comune: in presenza del vincolo, la destinazione dev'essere interamente pubblica. La nuova era del Campone è solo all'inizio. E il punto di partenza è il decreto ministeriale con il quale il Campone è stato trasferito alla Patrimonio spa. Il senatore Luigi Viviani da Roma informa: «Ho verificato con il ministero (il sottosegretario all'Economia e Finanze Armosino, ndr) che i vincoli sono tuttora in vigore e non sono stati tolti. E se il contratto è stato fatto dalla Patrimonio spa, ha agito in difformità dalle regole. E siccome è prevista una destinazione pubblica dell'immobile, almeno una parte dev'essere garantita a questi fini». C'è il rischio, quindi, sostiene Viviani, che «la Patrimonio spa abbia fatto il contratto senza rispettare i vincoli e il Comune a questo punto non dovrebbe ufficializzare nulla e anzi studiare se vi è la possibilità di ricorrere al Tar. Tra l'altro le esigenze giudiziarie sono molte e non è sufficiente una piccola parte degli spazi del Campone». In dettaglio, il decreto ministeriale prevede questi vincoli: dovrà essere conservato l'impianto architettonico e l'unitarietà del costruito e dei cortili; eventuali interventi di manutenzione dovranno essere mirati alla salvaguardia degli elementi architettonici, non saranno ammesse variazioni pro-spettiche e aperture sulle falde di coperta. Anche gli interni dovranno mantenere l'attuale assetto distributivo. Non sono considerati compatibili gli usi abitativi e commerciali e, più in generale, qualsia-si uso che non consenta di mantenere la destinazione pubblica dell'immobile e che comporti la frammentazione degli interni». I rappresentanti dei fratelli Magnoni. i nuovi proprietari del Campone, non negano l'esistenza di questi vincoli ma ritengono vi siano ampi margini di interpretazione e mediazione per trovare un accordo con il Comune, perché le opzioni restano comunque molte. Compresa quella della ristrutturazione da parte dei privati e successiva cessione - o affitto - a chi è interessato a uffici pubblici. Ma ieri è spuntata un'altra ipotesi, che è in fase di verifica a Palazzo Barbieri. Dove viene comunque dato crescente credito alla possibilità che il Comune possa esercitare diritto di prelazione sull'acquisto del Campone. È una norma legata alla legge Urbani sui Beni culturali vincolati, e potrebbe essere applicabile anche al caso dell'ex carcere. In particolare, il diritto di prelazione deve essere esercitato entro 60 giorni dalla comunicazione della vendita e interessa, in rigoroso ordine, Regione, Provincia e Comune. Palazzo Barbieri, insomma, sarebbe chiamato in causa solo se gli altri enti non fossero interessati. E a quel punto il Comune tornerebbe a proporre le condizioni dell'autunno scorso, stavolta con maggior forza contrattuale: compriamo il Campone solo se Roma dà a Verona la Corte d'Appello.
|