Beni culturali, una legge per cento musei da rivalutare. Nuove norme per la tutela oggi in consiglio regionale Tiziana Tricarico Il Mattino
OGGI è un giorno importante per i musei campani. Nella seduta del consiglio regionale infatti si discute un disegno di legge degli assessori Luigi Nicolais e Marco Di Lello teso a valorizzare l’unicità delle singole realtà museali campane - sono circa un centinaio, molti dei quali con collezioni importanti - colmando le carenze delle precedenti norme e concretizzando le disposizioni dettate dalla legge Bassanini in materia di autonomia regionale in questo settore. La proposta di legge fissa le misure necessarie all'istituzione, all'ordinamento ed al funzionamento dei musei di interesse locale, individua gli interventi diretti al loro miglioramento per il raggiungimento degli standard minimi previsti dal ministero per i Beni culturali e favorisce le modalità di coordinamento delle loro attività. Il disegno di legge ("Norme in materia di musei e di raccolte di enti locali di interesse locale") approda in aula dopo quattro anni di lavoro intenso. Nel 2001 il consiglio regionale, in collaborazione con la Seconda Università degli Studi di Napoli, aveva promosso un convegno dal titolo «La memoria dei luoghi. Giornate di studio sul futuro dei musei locali della Campania»: alcuni degli interventi più significativi sono stati raccolti in un omonimo volume di atti (Luciano editore), a cura di Nadia Barrella e Rosanna Cioffi, pubblicato lo scorso dicembre. Proprio partendo dai risultati e dai dati emersi da questi studi è stato elaborato il progetto che si discute stamane. «Insieme al censimento dei musei campani come per esempio il Museo Provinciale di Capua o il Museo Civico di Sorrento - spiega Rosanna Cioffi, consigliere regionale e docente di Storia dell'arte alla Seconda Università di Napoli - il libro consente una seria riflessione sullo stato delle raccolte anche in confronto con quanto è stato fatto in regioni all'avanguardia come Lombardia, Emilia Romagna o Toscana: dalle ricerche infatti emergono tutte le potenzialità ma anche gli evidenti limiti dei musei campani». .
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