La Corte dei Conti su Palazzo Grassi Elisio Trevisan IL GAZZETTINO - cronaca Venezia
Un esposto di Brunetta contro il Comune. Per Zuin (Fi) pesanti dubbi sullo Statuto
Per l'europarlamentare di Forza Italia Renato Brunetta l'acquisto di Palazzo Grassi da parte del Casinò di Venezia potrebbe procurare «un danno futuro a carico del Bilancio del Comune di Venezia», bilancio che, com'è noto, dipende per una buona parte proprio dalle entrate della casa da gioco. Tutto scritto nero su bianco in un esposto che il leader di Forza Italia in Consiglio comunale ha inviato nei giorni scorsi alla Corte dei Conti. Intanto a Venezia anche un altro consigliere di Forza Italia, Michele Zuin, torna sull'argomento Palazzo Grassi sollevando pesanti dubbi sul nuovo Statuto della casa da gioco che permette al suo Consiglio di amministrazione di fare operazioni finanziarie imponenti senza passare per l'assemblea dei soci.
Il presidente della Casinò di Venezia Spa, Giorgio Piantini, e il direttore generale Armando Favaretto si sono già messi all'opera per verificare la regolarità dei documenti e quindi decidere se procedere o meno alla firma del preliminare per l'acquisto del 31% delle quote di Palazzo Grassi. Intanto l'europarlamentare di Forza Italia e consigliere comunale, Renato Brunetta, torna alla carica con un esposto alla Corte dei Conti: nel documento - dopo aver ricordato che «sono in corso da parte della società "Casinò Municipale di Venezia S.p.a." (partecipata al 95% dal Comune di Venezia) trattative, su sollecitazione del Comune di Venezia nella persona del suo sindaco On. Prof. Paolo Costa, per l'acquisizione di quote della società "Palazzo Grassi S.p.a." (ora di proprietà della Fiat) che è proprietaria e gestisce il centro espositivo situato a Venezia denominato appunto "Palazzo Grassi"» - l'europarlamentare sostiene che «a seguito di tale acquisto potrebbe presumersi un danno futuro a carico del Bilancio del Comune di Venezia». E quindi chiede l'intervento della Corte dei Conti. Ad un ricorso aveva pensato anche l'altro consigliere di Forza Italia, Michele Zuin, ma per la questione del nuovo Statuto. Il 29 settembre scorso la giunta, sempre su sollecitazione del sindaco Paolo Costa, lo aveva varato senza però passare per l'approvazione in Consiglio comunale: questo nuovo documento permette al Casinò di acquisire e vendere partecipazioni in società e/o altri enti costituiti o costituendi, come pure di vendere o costituire diritti reali su beni immobili per un valore superiore a 516 mila e 456 euro. Questo prima non era possibile perché operazioni di tale portata dovevano per forza passare per l'assemblea dei soci che, invece, ora basta dia una semplice autorizzazione, e potrebbe darla pure a posteriori. Non è cosa di poco conto, sostiene Zuin, «anche considerando che la stessa giunta che ha approvato lo Statuto, aveva m precedenza stabilito che le modifiche sostanziali agli statuti delle società controllate dovessero essere approvate dal Consiglio comunale». A fine dicembre il consigliere di FI aveva scritto una lettera alla Segreteria generale del Comune, chiedendo chiarimenti, e la risposta fu che tutto è in regola e secondo legge. «Grazie tante, non potevano rispondermi altrimenti. Il problema è che non hanno violato la legge, questo è vero, ma la nuova legge di riforma del diritto societario, cui si appigliano per giustificare la modifica, non dice in nessun articolo che bisogna fare questo tipo di modifiche, ma si limita a prescrizioni molto minori, e comunque non di sostanza». Per Michele Zuin «in questo Comune siamo arrivati al punto che la maggioranza varia gli statuti e non coinvolge il Consiglio comunale, e non lo coinvolge nemmeno per far partire operazioni come quella di Palazzo Grassi. A questo punto diventa veramente un affare tra il sindaco, la sua maggioranza e gli affari che deve fare lui. La chiamano democrazia». Tornando all'esposto di Brunetta, l'europarlamentare ricorda che «la gestione della società "Palazzo Grassi S.p.a." è da molto tempo in perdita, con passivi anche molto pesanti negli ultimi anni. Ora le perdite si rifletteranno inevitabilmente sui bilanci della "Casinò Municipale di Venezia S.p.a." e non possono che, presumibilmente, ridurre in via indiretta le risorse derivanti da proventi di gioco che dovrebbero essere destinate al Comune di Venezia». Per giustificare quest'affermazione logica, Renato Brunetta ricorda la prassi secondo la quale il Comune, anche di recente, interviene sempre per sanare buchi del Casinò: «È successo anche con l'ultimo assestamento di bilancio di previsione comunale, quando ha rinunciato a 2 milioni di euro a favore del Casinò». I riflessi negativi, però, non si fermerebbero qui, perché «la società "Casinò Municipale di Venezia S.p.a." si dovrà indebitare per l'acquisizione delle quote di partecipazione della società "Palazzo Grassi S.p.a", evenienza questa che non farà altro che pesare ulteriormente sui propri bilanci». L'europarlamentare conclude ricordando di aver scritto anche al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, chiedendogli di valutare la correttezza dell'acquisto di Palazzo Grassi rispetto alla legge istitutiva della casa da gioco, e infine ricorda che «in tutta questa vicenda il sindaco e la giunta del Comune di Venezia hanno completamente tenuto all'oscuro il Consiglio Comunale che non è mai stato chiamato a dare un parere pur avendo i poteri di indirizzo e controllo sulle società partecipate dal Comune di Venezia riservati dalla Legge».
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