Ramesse “testimonial” dell'Egizio. Elkann: deciso il restauro dell'intero museo Maurizio Lupo LA STAMPA
«La statua del faraone Ramasse II molto probabilmente diventerà logo e simbolo del Museo Egizio di Torino, dal momento che è il pezzo più famoso delle sue collezioni». Alain Elkann, presidente della «Fondazione Antichità Egizie di Torino», lo ha reso noto ieri, all'uscita dal consiglio di amministrazione della Fondazione. «Nel corso della riunione - spiega - abbiamo designato il comitato scientifico del Museo e la sua presidenza, scelti fra personalità di primissimo piano in Italia e nel mondo». Che cosa altro è stato deciso? «Il restauro dell'intero Museo. Prenderà avvio fra breve. Il 23 febbraio, quando il consiglio d'amministrazione sarà di nuovo riunito, verrà apposta a Torino l'architetto Dante Ferretti, che con la moglie Francesca ha appena avuto la nomination all'Oscar per la scenografia del film "The aviator" di Martin Scorsese. Presenterà al Museo il progetto di riallestimento dello statuario». Già nei prossimi giorni Elkann, con l'assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri e il restauratore Luigi Vigna, incontrerà gli stilisti Giorgetto Giugiaro e Pininfarina «per discutere con loro il progetto "L'Egitto in Città". Vogliamo trovare idee e luoghi come le stazioni ferroviarie o l'aeroporto, dove verranno inseriti elementi egizi che richiamino l'attenzione di chi arriva a Torino e dei suoi residenti, per ricordare loro la presenza dei nostro Museo». Il nuovo corso dell'Egizio ogni giorno è sempre più visibile. All'ingresso è stata posta un'elegante targa bilingue. Una guardia giurata ha restituito sicurezza all'atrio, infine sgombrato da venditori abusivi. Presto partirà il restauro dell'attuale percorso museale. «Il direttore regionale ai Beni culturali Mario Turetta, con la collaborazione della Soprintendente Marina Sapelli Ragni - ricorda Elkann -sta lavorando a un protocollo d'intesa con la Compagaia di San Paolo, per dare il via agli interventi. Verranno condotti con il supporto della dottoressa Elvira D'Amicone e dell"'Associazione Amici del Museo Egizio", guidata da Giuseppe Moiso. Mentre la Fondazione Crt provvederà al restauro dei volumi "Description de l'Egypt", rara opera fondamentale d'egittologia, voluta da Napoleone. E' un programma di risanamento che si varrà dell'esperienza degli archeologi, dei papirologi e dei restauratori interni, che sono già al lavoro». Quali saranno i primi interventi? «L'intero Museo verrà ridipinto. Avremo nuovo guardaroba e nuova biglietteria. Tutte le sale verranno riordinate. Non vi saranno più spazi chiusi. Riapriremo la sala uno, chiusa da un anno per problemi strutturali. Le vetrine storiche ritroveranno decoro omogeneo. Le più antiche torneranno color legno. Quelle descritte dal famoso quadro di Delleani riavranno la tinta nera originaria, con profili d'oro. Le didascalie saranno in italiano e in inglese. Il pubblico potrà servirsi di audioguide trilingui». «Il noto architetto Paolo Pejrone - prosegue Elkann - è stato incaricato di studiare con il "settore verde pubblico" del Comune un allestimento botanico da inserire nel percorso di visita. E' stato deciso di prendere contatto con l'associazione musicale "De Sono", di cui è direttrice artistica Francesca Gentile Carnerana, al fine di studiare la possibilità d'introdurre la musica come elemento portante del nuovo allestimento. Il comitato scientifico verrà incaricato di organizzare una serie di conferenze che si terranno al Museo e che Carlo Sartori, presidente di Raisat, ha concordato di mandare in onda». E' già chiaro il programma delle future mostre. Saranno quattro: «Una parlerà della vita quotidiana nell'antico Egitto. Un'altra sarà allestita nello statuario rinnovato. Quindi proporremo foto antiche ritrovate da Elisabetta Walz. Infine presenteremo lo straordinario papiro di Artemidoro. E' stato anche deciso di organizzare durante le Olimpiadi di Torino, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, una mostra a Palazzo Bricherasio. S'intitolerà "L'Egitto e i Greci, da Ulisse a Cleopatra". Verrà curata dal professore Paolo Gallo dell'Università di Torino e dal professore Jean Yves Empereur del Cea-Cnrs di Lione».
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