Acquisto di Palazzo Grassi, la decisione slitta a domani Elisio Trevisan 23 GEN 2005 IL GAZZETTINO
MESTRE - Due giorni di "full immersion" non sono stati sufficienti per dare via libera alla delibera per l'acquisto del 31% delle quote di Palazzo Grassi da parte del Casinò. Dunque la seduta del Consiglio di amministrazione del Casinò è stata aggiornata a domani mattina per varare in extremis il documento che permetterà il giorno dopo, martedì 25, di firmare il preliminare con la Fiat. Il sindaco Paolo Costa e l'assessore Ugo Campaner pare siano riusciti, infine, a convincere il Cda, nonostante la setta contrarietà delle opposizioni in Consiglio comunale e le mille perplessità -mai espresse, però, con decisione - da buona parte della maggioranza. Ma molti sono i punti in sospeso che impediscono di approvare la delibera. Uno dei "nodi" della vicenda riguarda il destino dei 14 dipendenti di Palazzo Grassi che con il passaggio da Fiat al Comune perderebbero il posto (tranne tre, a quanto pare chi si occupa di guardiania e manutenzione), circostanza che ha determinato le dimissioni del vicepresidente operativo della società, Giuseppe Donegà, l'uomo che "ha fatto" Palazzo Grassi. In segno di solidarietà con i dipendenti hanno lasciato il consiglio di amministrazione anche Pierre Rosenberg, l'ex direttore del Louvre che si occupava dell'individuazione delle mostre, e lo storico dell'arte ed ex Soprintendente Giovanni Carandente.
Palazzo Grassi, un nuovo rinvio a lunedì
Non è ancora dato sapere ufficialmente -a parte le promesse e le assicurazioni del primo cittadino - quali saranno i soci privati che entreranno al posto del Comune con il 20% rimanente (inizialmente il Comune voleva che il Casinò prendesse il 51%) e quali acquisiranno il restante 39% dato che Fiat dovrebbe alla fine restare nella Palazzo Grassi Spa con un 10%. Ieri, però, pare che il Cda abbia analizzato-alcune lettere d'intenti di privati.
Nessuno conosce ancora i cardini del contratto preliminare (che sono stati scritti ieri pomeriggio e saranno ultimati lunedì). Il vicepresidente con deleghe operative di Palazzo Grassi, Giuseppe Donegà, si è dimesso perché sostiene che 11 dei 14 dipendenti della sede espositiva saranno licenziati. Il contratto preliminare avrà davvero come conseguenza anche il licenziamento di persone con alta professionalità che hanno organizzato tutte le mostre dell'era Fiat? E con soli 3 dipendenti quale sarà l'attività di Palazzo Grassi? Un contenitore-vetrina delle collezioni dei musei civici veneziani? Un museo d'arte moderna, o che altro? A questo punto, se la delibera sarà firmata, la città ha il diritto di sapere con precisione che cosa veramente il Comune vuoi fare di Palazzo Grassi, visto che per acquistarlo si mette in campo la "macchina da soldi" che ogni anno salva i bilanci di Ca' Farsetti, cioè della nostra città.
In secondo luogo, se il Cda sta delibererà, allora significa che è stato risolto - o che non c'è mai stato - il problema dello Statuto, cambiato il 24 settembre scorso dall'assemblea del Casinò per permettere al consiglio d'amministrazione operazioni immobiliari che invece precedentemente decideva l'assemblea; appena il giorno prima, però, la giunta comunale aveva deliberato che cambiamenti dello Statuto delle partecipate, che non fossero imposti dall'adeguamento alla nuova legge Vietti sul diritto societario, dovessero passare in Consiglio comunale. La cosa era stata denunciata da Michele Zuin, consigliere di Forza Italia, il sindaco aveva risposto che, appunto, si trattava solo di un adeguamento alla nuova normativa. Il nuovo Statuto, che permette l'operazione "Palazzo Grassi, è dunque valido anche se non è passato in Consiglio comunale? E gli enti competenti di controllo lo hanno verificato? Ultimo dubbio: la nuova convenzione Comune-Casinò per la divisione degli incassi -quella che permetterà alla casa da gioco di fare piani d'investimento per acquistare le quote di Palazzo Grassi - non è ancora stata approvata dal Consiglio comunale. Il Cda procederà ugualmente?
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