«No, ecomostri da abbattere e tunnel pericolosi» Paolo Conti 23-GEN-2005 CORRIERE DELLA SERA
A La nuova Firenze, sfida nella Fortezza della sinistra Dal complesso mediceo all'alta velocità, Ds e Prc divisi sul piano che ridisegna la città «L'innovazione non può aspettare».
FIRENZE — Nichi Vendola? Il sindaco di Firenze, il diessino Leonardo Domenici, se sente quel nome ironizza: «Vuoi dire che anche qui deve succedere automaticamente la stessa cosa? E chi l'ha detto?». Già, chi l'ha detto? Altro che vento pugliese, altro che ricompattamento tra. le anime dell'Ulivo. Nella Firenze che ebbe un Pci tra i più monolitici d'Italia, oggi la sinistra è separata in casa: a Palazzo Vecchio un Ds al 30,5%, all'opposizione Rifondazione al 7% che, con una sua lista autonoma, costrinse Domenici al ballottaggio a giugno. A dividere le due anime non ci sono giochi di potere ma il futuro di Firenze, la concezione di città da consegnare ai figli. Ovvero il nuovo Piano strutturale. Si tratta del quartiere di Novo-li. Del futuro «pezzo di città» a Castello. Dell'alta velocità ferroviaria. Del treno metropolitano. Delle nuove linee di tram (vedi articolo qui sotto). Su gran parte di questo Ds e Rifondazione litigano ogni giorno. Sostiene Domenici: «L'innovazione di Firenze è stata rinviata troppo a lungo. Non si può scambiare il giusto desiderio di conservare un'identità con l'immobilismo. Prendiamo l'alta velocità. Non possiamo farci attraversare passivamente dalla globalizzazione: noi vogliamo governare quel cambiamento. Ha ragione Massimo Cacciali quando paragona le città al- ìe ^P^'.senza contaminazioni e aper ture al contempora neo muoiono». La smistra fiorentina di Palazzo Vecchio composta da Rifondazione, dai Comitati Cittadini (1,5%) e dalla lista «Unaltracittà» (2%) che propose a giugno candidato sindaco Omelia De Zordo (elegante docente universitaria, grande amica di Paul Ginsborg, uno degli ispiratori della lista) dissente. L'alta velocità? Contesta Monica Sgherri, capogruppo di Rifondazione: «Siamo contrari al tunnel dai tempi del sindaco Primicerio, per questo fummo buttati fuori dalla giunta. Quel tunnel è pericoloso, sotto Firenze c'è un immenso lago, ci saranno pericoli di cedimenti nel centro storico per l'abbassamento della falda acquifera. Uno sperpero inutile di denaro che non risolve il problema dell'alleggerimento della piana fiorentina».
Altro capitolo. Castello, progetto approvato il 16 gennaio in Consiglio col voto contrario delle opposizioni di sinistra e centrodestra. Domenici: «Abbiamo risolto un nodo antico di vent'anni, chi polemizza oggi ha dormito o è stato lontano». Omelia De Zordo: «Ha vinto l'edificazione intensiva con un grave impatto ambientale. Per di più la Regione non vuole andarci, a che serve?». Parole non diverse da quelle di Bianca Maria Giogolo di Forza Italia: «Una colata di cemento in uno degli ultimi polmoni verdi della città, nessuna attenzione per l'edilizia pubblica». Ed eccoci all'altro motivo di scontro a sinistra, la famosa Fortezza da Basso col suo parcheggio interrato oggetto di una delle tipiche, estenuanti polemiche fiorentine. Domenici ha scommesso sulla Fortezza medicea del 1534 di Sangallo il Giovane come centro congressistico e fieristico. La zona è congestionata di traffico, nonostante il nuovo sottopasso, e urge una sistemazione per le auto. La giunta varò nel 2002 il progetto di un parcheggio sotto le mura. Le soprintendenze competenti dettero via libera (una firma fu quella dell'allora soprintendente Domenico Valentino, poi candidato della Casa delle Libertà contro Domenici). Le polemiche esplosero subito: la struttura appariva esteticamente aggressiva, a ridosso della Fortezza. Prima un fermo ad aprile dal nuovo soprintendente, poi la modifica del progetto, la scomparsa di un piano'inter-rato e di un secondo esterno in gran parte dedicato a gallerie commerciali. Quindi la ripresa dei lavori. Infine dieci giorni fa lo stop deciso dal sindaco per chiarire definitivamente il problema. Ora il dossier è sul tavolo del Comitato di settore dei Beni culturali che dovrà pronunciarsi anche se Domenici ha immaginato una consultazione popolare. Rifondazione, i Comitati, gli ambientalisti parlano di «ecomostro da abbattere» e chiedono la «soluzione zero», un solo piano interrato, irridendo la consultazione popolare («ma Se l'opera è quasi pronta!»). Giura Monica Sgherri: «n polo fieristico alla Fortezza soffocherà, gli afflussi di quel tipo richiedono ampi spazi e viabilità ariosa. La soluzione era proprio Castello, vicino all'aeroporto, e la Fiera sarebbe stato l'unico peso sostenibile per quell'area». Controbatte Domenici: «Avremo un centro fiere a cinquecento metri da uno dei centri storici più famosi del mondo, è un marchio straordinario. Prima si sfilava a Pitti, ora lo si farà in un altro ambiente storico, c'è una continuità. Un ecomostro? Bisognerebbe giudicare dal lavoro finale con le nostre modifiche. La scelta della Fortezza per le fiere è compiuta da tempo, una marcia indietro significherebbe far pagare a Firenze un prezzo altissimo in termini di occupazione. La domanda è semplice: serve o non serve un parcheggio per ospitare le fiere e i congressi?». v Un vero duello, altro che Grande Alleanza Democratica. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio la Fortezza, con Rifondazione che ha parlato di incapacità di governo e di violazione di norme urbanistiche, poiché l'area sarebbe destinata a verde pubblico, n regolamento comunale consente la realizzazione di parcheggi utili anche lì, ricordano al Comune. La ferita politica è apertissima. Quando Domenici ha saputo del dialogo Ds-Rifondazione a livello regionale in vista delle elezioni ha messo le mani avanti: «Io non sono contro l'intesa. Ne sarei ben lieto. Dico solo che, stando così la situazione, non vedo margini qui a Firenze. E avverto: non è che, se c'è accordo in Regione, poi c'è qualcuno che bussa alla porta e chiede di entrare?». Monica Sgherri gli replica: «Quando si va a pranzo insieme, ognuno sceglie il proprio menu. Non si può imporre le proprie scelte all'altro. A Firenze si sta rifiutando la Grande Alleanza Democratica. Se continua così, Firenze rappresenterà l'equilibrio più a destra del centrosinistra italiano».
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