Arcus nasce con l’idea di far fruttare i beni culturali Marco Nese Corriere della Sera, 24 gennaio 2005
Far soldi con l'arte. E investore nel recupero dei tesori antichi. Sono i progetti con cui due ministeri (Beni culturali e Infrastrutture) hanno creato Arcus. Una società con l'ambizione di moltiplicare i guadagni provenienti da! patrimonio artistico italiano. L'arte ha un indotto che all'estero sfruttano da tempo. Arcus vuoi seguire l'esempio del MoMa di New York e lanciare una riproduzione di oggetti artistici di grande qualità da smerciare nei musei, ma anche in negozi collegati ai musei col sistema franchising. La Confartigianato si è messa a disposizione. E stanno per essere affidati ai più quotati artigiani gli incarichi di riprodurre statue e quadri. «In questo settore - spiega Mario Ciaccia, dirigente di Banca Intesa e presidente di Arcus - le potenzialità del nostro Paese non sono adeguatamente sfruttate! Noi vogliamo imprimere una svolta». Per guadagnare bisogna anche impiegare risorse. Si comincia con un investimento di 57 milioni di euro per il 2005. Somma che rappresenta il 3% degli stanziamenti per le infrastrutture contemplati nella Finanziaria. Servirà a compiere lavori di restauro e recupero di siti archeologici, renderli praticabili per i visitatori in modo da cui ricavarne utili. «Saremo il braccio operativo dei Beni culturali», dice Ciaccia. Uno dei primi interventi avrà luogo in Sicilia dove sarà sistemato il parco archeologico attorno alla Villa romana del Tellaro, vicino a Noto. Operazioni analoghe riguarderanno l'area archeologica di Luni, (La Spezia) e la zona della Pinetina, a Napoli, che sarà arricchita con un museo dei siti archeologici vesuviani. La splendida Villa Adriàna, a Tivoli, oggi non offre ai turisti la possibilità di ammirare tutte le sue meraviglie. Arcus ha in programma la sistemazione del parco e delle storiche vie interne in modo che l'area visitabile si accrescerà del 30%. Anche la costruzione della terza linea della metropolitana di Roma, la C, è una buona occasione per creare ambienti in grado dì attrarre visitatori. Lungo i 23 chilometri verranno sistemati in appositi settori i reperti trovati durante gli scavi. «In alcuni casi - spiega Ciaccia - l'accesso ai tesori d'arte è reso difficoltoso. Mancano sistemi viari adeguati». Verranno realizzati, primo fra tutti quello per raggiungere l'area della suggestiva Lucus Feroniae, nel comune di Capena, sulla Flaminia.
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