Pensionamento di La Regina Colosseo e Fori chiusi per sciopero CLARIDA SALVATORI la Repubblica cronaca Roma 21-GEN-2005
Adriano La Regina è stato alla guida della Soprintendenza romana per circa trenta anni I NUMERI ETÀ L'anno scorso il governo aveva spostato da 67 a 70 anni il limite d'età per andare in pensione ASSEMBLEA Nel corso dello sciopero c'è stata un'assemblea alla quale hanno partecipato un centinaio di dipendenti
TUTTI uniti nel salutare il capo che li ha guidati per anni. Per trenta anni. Gli archeologi, gli architetti, i restauratori, gli esperti e i tecnici della Soprintendenza archeologica di Roma hanno voluto congedarsi così, con una lettera letta durante l'assemblea sindacale, che ieri si è tenuta nel museo di Palazzo Massimo, dall'ormai ex soprintendente Adriano La Regina, intorno al cui mancato rinnovo dell'incarico è nato un vero e proprio caso. Una forte critica alle mosse di un governo che prima (tra luglio e agosto del 2004) ha spostato il limite d'età per andare in pensione da 67 a 70 anni, che poi si è presentato, conti alla mano, per dire che non c'erano più le coperture finanziarie, e infine ha nominato, di punto in bianco, un nuovo, ma validissimo, soprintendente. E tutto alla vigilia del passaggio al regime di autonomia, con il meccanismo delle fondazioni e delle privatizzazioni. «Esprimiamo profondo sconcerto perle scelte e il modo in cui il professor Adriano La Regina è stato allontanato dall'ufficio da lui diretto per quasi trent'anni - si legge nella nota - con la competenza, l'autorevolezza e l'indipendenza intellettuale, ampiamente riconosciute in ambito italiano e internazionale». E per tutta la mattinata, ieri, i principali monumenti della città, dal Colosseo alle Terme di Caracalla, fino alle quattro sedi dei Musei nazionali romani, sono rimasti chiusi, per consentire al personale di partecipare all'assemblea. Gli ingressi erano sbarrati. Niente file neanche davanti al Foro romano, come al Palatino e alla tomba di Cecilia Metella. Poi, alle 14 in punto il servizio e ripreso regolarmente. L'assemblea, a cui hanno partecipato oltre cento impiegati, aveva tutto il sapore amaro di un addio. Qualcuno non è riuscito a trattenere le lacrime. Qualcun altro invece continuava a pensare al lavoro svolto per anni fianco a fianco con il soprintendente. «Non abbiamo avuto neanche il tempo di salutarci come si deve, tanto il cambio di vertice è stato repentino», commentano i funzionari. «E non si sarebbe creato questo clima di tensione se tutto fosse stato fatto alla luce del sole e all'insegna della trasparenza». E ce n'è anche per il ministro dei Beni culturali, Giuliano Urbani. «Non gli abbiamo mai chiesto di violare là legge per far restare La Regina. Ora chiediamo al ministro un incontro urgente che possa chiarire quale sarà il futuro della Soprintendenza». Il passaggio di consegne tra Adriano La Regina e Angelo Bottini segna il limite tra un'era che finisce, anche se tristemente, e una nuova, che comincia a muovere i suoi primi passi. «Per noi è stato un privilegio far parte di questo istituto - continuano i dipendenti -II suo insegnamento resterà anche per il futuro». Questo non vuoi dire che ad Angelo Bottini, a cui è stato affidato il compito di guidare uno degli istituti più importanti del mondo, non vena dato un caloroso benvenuto e la massima collaborazione.
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