Beni culturali pronti a vendere souvenir MANUELA BRAMBATI MF 21-GEN-2005
II Tesoro e i ministeri dei beni culturali e delle infrastrutture si danno al merchandising. Nei giorni scorsi, secondo quanto risulta a MF, è stato assegnato il mandato per censire tutti i beni culturali e artistici italiani con lo scopo di valorizzarli. Passando, appunto, dal merchandising. Che non significa certo vendere magliette dove campeggiano San Pietro o torri di Pisa in miniatura, bensì tutta una serie di prodotti e servizi per far conoscere anche oltre confine i gioielli del made in Italy. In corsa per accaparrarsi l'incarico c'erano McKinsey con Claudio Bombonato, Boston consulting con Marco Airoldi e PriceWaterhouseCooper con Giacomo Carlo Neri. Il mandato è stato assegnato a Pwc, che è già al lavoro per presentare in tempi rapidi ai ministri Domenico Siniscalco, Giuliano Urbani e Pietro Lunardi il progetto. L'incarico affidato alla società di consulenza prevede tre fasi: la classificazione degli asset artistici e culturali su cui sviluppare la politica del merchandising; una griglia dei servizi e dei prodotti che possono essere venduti ed esportati; l'individuazione delle esigenze dei potenziali acquirenti sia in Italia sia all'estero. Tra le ipotesi allo studio, fanno sapere fonti dei dicasteri coinvolti nella ricerca di maggiore valorizzazione, potrebbe esserci anche quella di costituire una o più società ad hoc che si occupino della distribuzione. Le opzioni includono anche un'alleanza internazionale. PriceWaterhouseCooper dovrà, inoltre, elaborare una sorta di indice del merchandising, ovvero di quanto rende a livello di fatturato tale settore a seconda del diverso sito artistico o culturale. Il braccio operativo di Tesoro e dei ministeri dei beni culturali e delle infrastrutture che formalmente ha affidato il mandato si chiama Arcus (il cui nome deriva dalla contrazione di tre parole, arte cultura e spettacolo) di cui Mario Ciaccia è il presidente ed Ettore Pietrabissa il direttore generale. Urbani, lo scorso autunno, in occasione del battesimo della nuova iniziativa l'ha definita «un bambino appena nato, ma già ricchissimo». Infatti, la società può contare su un budget di circa 57 milioni di euro e un capitale sociale di 8 milioni. L'equivalente del 3% dei finanziamenti riservati alle grandi opere. Dalla sua costituzione a oggi, la società al 100% del ministero dell'economia, ma gestita direttamente da Urbani, ha finanziato una ventina di progetti per un totale di 38 milioni di euro. Ma tra gli obiettivi di Arcus, così come indicato nello statuto, oltre a quello di promuovere progetti e iniziative per interventi di restauro (sia dei beni culturali che delle attività culturali), c'è anche quello di riuscire ad attrarre investimenti. (riproduzione riservata)
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