E Roma fa mostra di sè ai Musei capitolini - Anno boom con Escher: 12% in più dei biglietti. E a febbraio arriva Imago Urbis Danilo Maestosi Il Messaggero, Mercoledì 19 Gennaio 2005
di DANILO MAESTOSI
Il 2004 è stato l’anno di Escher. Mai, da quando nel 2000 i Musei capitolini sono stati riaperti dopo il restauro, una mostra aveva registrato tanta affluenza. Oltre 85 mila visitatori, la metà dei quali ha varcato le porte del palazzo dei Conservatori solo per rendere omaggio al geniale disegnatore olandese. Una salutare ventata di ossigeno, perché a mettersi in coda è stata in gran parte una platea vergine e giovanissima, più difficile a farsi sedurre. E un’impennata di pubblico che a partire da ottobre si è riversata al botteghino facendo lievitare di un buon 12 per cento il totale delle presenze: «Passato da 382 mila a 430 mila persone», tira le somme l’assessore Gianni Borgna, soddisfatto dell’esperimento di gestione integrata, affidato alla società Zetema, che ha notevolmente contribuito al rilancio dei palazzi capitolini. E dell’essere riuscito a salvare, nonostante i tagli e la crisi, il budget per le mostre del Comune.
Logico dunque che il cartellone espositivo, con cui i Capitolini affrontano il nuovo anno, si apra ancora nel segno di Escher, con una proroga a grande richiesta, concordata con l’istituto olandese di cultura, che farà slittare fino a tutto febbraio la mostra in corso nelle salette di villa Caffarelli. Un richiamo in più per un programma che offre altri tre grandi appuntamenti di qualità. Il primo, in scena dall’11 febbraio al 15 maggio nei saloni del piano nobile, si intitola Imago Urbis ed è stata curata da Cesare Della Seta: è una passerella di vedute , un’ottantina di capolavori prestati da vari musei, che ricostruisce le trasformazioni che dal Seicento a oggi hanno fissato nella memoria collettiva l’identità e la fortuna della Capitale. Il secondo appuntamento,dal 5 giugno al 25 settembre, è un omaggio a Leon Battista Alberti , il geniale umanista del Rinascimento che , prendendo a modelli i grandi monumenti in rovina della Roma imperiale,codificò in architettura il ritorno all’antico, inaugurando una straordinaria stagione creativa. Grande risalto sarà dato in questa rassegna agli edifici che ispirarono il celebre tratto dell’Alberti, De re aedificatoria , e agli studi con cui i maggiori artisti del Quattrocento si cimentarono nello studio delle rovine. Il terzo, dal 6 ottobre in poi, è dedicato al Tempio di Giove , e alle recenti scoperte, avvenute nel corso dei lavori di ristrutturazione , che ne hanno riempito di pagine inedite la storia. «Un luogo sacro abitato dall’età del ferro e poi edificato all’epoca di Tarquinio il superbo che è stato per dieci secoli, fino alle spoliazioni in epoca bizantina che ne decretarono il declino, l’epicentro della città», spiega la curatrice Anna Sommella. Tra aprile e maggio l’intervallo del Festival della fotografia , che farà tappa anche in altri musei comunali: leit motiv di quest’edizione, ancora da definire, l’Oriente.
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