Beni archeologici, cambio di soprintendente Gianni Caverai 16 GEN 2005 Unità Firenze & Toscana
Angelo Bottini lascia Firenze per Roma, al suo posto come reggente arriva Carlotta Cianferoni. Valzer di poltrone in altre sedi regionali
FIRENZE Quella delle soprintendenze in Toscana sta diventando una vera giostra. Alle nomine di pochi giorni fa si è aggiunta quella di Angelo Bottini che ha ricevuto ieri mattina a Roma dal Ministro Urbani l'incarico di sostituire Adriano La Regina alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma. Resta così vacante l'incarico di soprintendente archeologico per la Toscana e viene data per sicura la nomina, in qualità di reggente, di Carlotta Cianferoni, curatrice del Museo archeologico nazionale di Firenze ed ispettrice di zona per Siena e Firenze per la stessa soprintendenza. Adriano La Regina, personaggio non sempre comodo, che ha "governato" con decisione Roma, o almeno il suo cuore antico, entrando più di una volta in contrasto netto con i sindaci e i ministri che si sono succeduti nei 28 anni della sua direzione, ha ricevuto, come Anna Maria Petrioli Tofani per gli Uffizi, un rifiuto alla domanda presentata per restare in carica altri 3 anni, fino al raggiungimento dei 70 anni. Uomo e funzionario certamente più appartato e riservato Angelo Bottini, che solo nel maggio scorso era stato confermato per 2 anni, è reduce dall'essersi trovato in mezzo nella faccenda della loggia di Isozaki essendo gli scavi archeologici di piazza del Grano uno dei motivi addotti dal Ministro per la non realizzazione del contestato progetto dell'architetto giapponese. La geografia delle soprintendenze è particolarmente complicata. In soli 6-7 anni a Firenze, esclusa quella archeologica, sono passate da 2 a 4, «senza che sia aumentato il numero di chi ci lavora» dice amaramente un dipendente. Con la costituzione del Polo museale fiorentino al quale furono assegnati i più importanti musei statali della città e alla cui guida rii nominato Antonio Paolucci, quella che era la Soprintendenza al patrimonio storico artistico ed demoetnografico confluì in quella dei beni architettonici e paesaggistici: nacque così la cosiddetta soprintendenza mista di settore con a capo Domenico Valentino. Adesso la soprintendenza mista è stata di nuovo divisa recuperando quella ai beni architettonici e del paesaggio e dando vita alla soprintendenza al patrimonio artistico etnografico ( nel frattempo si è perso il demo, potenza dei nomi) alla quale è stato appunto nominato Bruno Santi. Quindi a Firenze siamo a 4 compresa la soprintendenza regionale trasformatasi nel frattempo in direzione regionale che, in ogni regione, ha il compito di svolgere, in nome del decentramento, alcuni dei compiti prima appannaggio del Ministero. In Toscana, manco a dirlo, l'incarico è andato ad Antonio Paolucci, che colleziona ancora anche quello al Polo museale e per il quale qualcuno parla di una prossima direzione ad interini anche della Galleria degli Uffizi in procinto di diventare orfana di Anna Maria Petrioli Tofani con la quale Paolucci ha avuto negli ultimi anni più di un motivo di dissenso. A Siena e Grosseto in sostituzione di Santi è stato nominata Lucia Fornari, ad Arezzo arriva Giangiacomo Martìnes già soprintendente ad Udine, per le province di Lucca e Massa Carrara nasce una nuova soprintendenza, che si distacca da quella di Pisa - Livorno, alla quale, nominato in qualità di reggente, va Luigi Ficacci. Tutto questo giro di nomine ha lasciato, in qualità di reggente, Paola Grifoni alla soprintendenza fiorentina ai beni architettonici e paesaggistici che fu di Valentino. Insomma tutto un giro di sedie e di incarichi che, almeno per Firenze, non cambiano la sostanza delle cose: personale insufficiente e difficoltà a trovare anche solo i locali per i nuovi uffici. E tutto a costo zero, o quasi, l'unico costo vero deriva dal moltiplicarsi dei dirigenti che assumono il ruolo di soprintendente, costo che è ormai regolato, a quanto pare, da una sorta di trattativa privata che stabilisce la durata del contratto, ultimamente di 2 anni, ed il compenso. La direzione regionale avrebbe anche il potere di trattare questi contratti.
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