Ermete Realacci: pessimo segnale Il Messaggero, 15-GEN-2005
ROMA - I Ds sono cauti e attendono di vedere nel merito le motivazioni che hanno portato il governo a impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge della giunta regionale sarda -di tutela delle coste, che fissava il limite per i nuovi insediamenti abitativi a due chilometri dal mare. Ma Ermete Realacci dell'esecutivo della Margherita, presidente onorario di Legambiente, l'associazione ambientalista che ha guidato per anni vede nero. «Con l'impugnazione del provvedimento voluto dalla giunta regionale sarda, guidata dal presidente Renato Soni, il governo da un pessimo segnale, che si iscrive nel solco delle tante sanatorie che altro non hanno fatto se non favorire l'abusivismo», accusa, fornendo un dato a sostegno della sua preoccupazione: l'ultimo condono ci ha regalato 40 mila case abusive. Ma evidentemente, ancora non basta, e questo governo si schiera addirittura contro il legittimo diritto di una regione di tutelare il proprio patrimonio ambientale, impugnando, praticamente il futuro della Sardegna, con una decisione che mette a rischio il paesaggio, la bellezza e l'identità dell'isola. Non ci aspettavamo che il Consiglio dei ministri desse seguito alle assurde argomentazioni di alcuni sindaci. Ma siamo stati smentiti dai fatti. Su questo chiederemo un immediato confronto in Parlamento». Più prudente la diessina Fulvia Bandoli che attende di «conoscere nel merito le motivazioni in base alle quali il governo ha deciso di impugnare il provvedimento della giunta regionale sarda». «La legge può anche avere qualche aspetto da ritoccare-argomenta- anche se resta fermo il diritto della Regione e del presidente Soni di disporre i piani paesistici a tutela del proprio territorio, diritto che io difendo». Contro la decisione del governo insorgono violentemente i Verdi e Rifondazione comunista, mentre per il responsabile nazionale della politiche comunitarie dei Comunisti italiani, Primo Galdelli «siamo di fronte a una scelta dettata solo da esigenze speculative personali che contraddice la lettera e lo spirito del dettato costituzionale, soprattutto a seguito della riforma del Titolo V circa i poteri e le funzioni delle Regioni. E il fatto che la Sardegna è una regione a statuto speciale raddoppia la gravita della decisione del governo Berlusconi».
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