Fondazioni liriche in crisi / Lirica, Fondazioni chiedono tagli ai cachet C. Jucker 15-GEN-2005, La Repubblica, ed. Palermo
Un taglio del 10% dei compensi 2005 stabiliti per gli artisti, a partire dal 1° febbraio. Lo chiederanno ai cantanti, direttori d'orchestra, registi e scenografi già scritturati le 13 Fondazioni liriche italiane, con una lettera che sarà inviata nei prossimi giorni. L'iniziativa dei sovrintendenti Un taglio ai cachet degli artisti
«Sappiamo di non avere alcuna forza giuridica per imporre questa riduzione — spiega Vergnano — visto che i contralti sono già stati firmati, ma chiediamo agli artisti di condividere con noi i problemi. Nel frattempo stiamo mettendo a punto un meccanismo per creare una sorta di banca dati sui cachet pagati dai teatri, in modo da evitare giochi al rialzo». Una ricerca che MILANO ■ Un taglio del 10% dei compensi 2005 stabiliti per gli artisti, a partire dal 1 ° febbraio. Lo chiederanno ai cantanti, direttori d'orchestra, registi e scenografi già scritturati le 13 Fondazioni liriche italiane, con una lettera che sarà inviata nei prossimi giorni. È una prima mossa per dimostrare la volontà di scendere in campo e attuare misure anche forti per aiutare la sopravvivenza dei teatri lirici, in forti difficoltà finanziarie. L'iniziativa è stata decisa dall’Anfols, l'associazione delle fondazioni liriche che all'unanimità ha riconfermato presidente Walter Vergnano, sovrintendente del Teatro Regio di Torino, che ha rinnovato il consiglio di Vergnano pensa di estendere ad altri teatri europei, per verificare se effettivamente in Italia gli artisti siano spesso pagati più che all'estero. «Certo — aggiunge il presidente dell'Anfols — dovremo trovare uno strumento giuridicamente lecito per ottenere queste informazioni sui cachet, con il consenso de-gli artisti stessi». Ma il problema centrale, anche in vista dell'incontro previsto per mercoledì 19 a Roma tra ministero dei Beni culturali, Fondazioni liriche e sindacati, resta il contratto di lavoro. «Noi non abbiamo alcuna remora a rivederlo — dice Vergnano — ma sia chiaro: il problema non sono gli stipendi troppo alti (si tratta di lavoratori altamente specializzati), ma la produttività troppo bassa. È su questo che dobbiamo lavorare». Per far sopravvivere i teatri, però, la buona volontà di chi li gestisce serve ma non basta. «Il Governo — avverte Vergnano — deve almeno ripristinare le risorse di due-tre anni fa. 111° gennaio di quest'anno i teatri lirici italiani hanno a disposizione quasi 40 milioni di euro in meno rispetto al 1° gennaio 2003. Una cifra non lontana dall'attuale deficit complessivo di bilancio. Se il Governo non interviene, gli altri provvedimenti saranno solo pannicelli caldi».
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