Palazzo Grassi, affare fatto Enrico Tantucci la Nuova Venezia
Patto Costa-Ds per un riequilibrio delle quote fra pubblico e privato. Alla Casinò Spa il 30%, un altro 20% a Marsilio, Elemond e Arteria
VENEZIA. Si avvia a conclusione l'affare Palazzo Grassi. Sarebbe ormai stato raggiunto un accordo fra il sindaco Paolo Costa e i vertici dei Ds per chiudere senza rotture la vicenda dell'acquisizione della maggioranza della proprietà del palazzo di San Samuele da parte della Casinò Spa. Il punto di incontro sarebbe il tetto fissato al 30 per cento - rispetto al 51 inizialmente previsto -della quota sottoscritta dalla Casinò Spa, con l'acquisizione del restante 20 per cento da parte di due o tre soci privati. I privati pronti a entrare sarebbero in primo luogo le case editrici Marsilio, Elemond e l'azienda di trasporti d'arte Arteria, disposta, attraverso il suo presidente Alvise di Canossa, a sottoscrivere circa il 10 per cento della società; ma anche l'altra casa editrice Skira mantiene qualche possibilità.
I privati pronti a entrare sarebbero in primo luogo le case editrici Marsilio, Elemond e l'azienda di trasporti d'arte Arteria, disposta, attraverso il suo presidente Alvise di Canossa, a sottoscrivere circa il 10 per cento della società, ma anche la casa editrice Skira — che è nell'orbita della Rcs come la Marsilio, e dunque alternativa alla casa editrice guidata da Cesare De Miche-lis — mantiene qualche possibilità. La scelta finale dei soci privati è stata comunque demandata dal Comune al presidente della Casinò spa Giorgio Piantini, a cui sono state «passate» le trattative già avviate. In questo modo l'esborso complessivo per la Casinò spa per l'acquisizione della società scenderebbe da 15 a circa 10 milioni di euro e questo sarebbe l'elemento su cui i Ds giocherebbero per giustificare anche il loro via libera alla conclusione dell'acquisizione fortemente voluta da Costa, ma che tanti dubbi aveva suscitato e sta suscitando in città rispetto al ruolo del Comune nella vicenda e ai possibili rischi economici connessi ai costi della futura gestione da parte del Casinò. I soci privati a cui Comune e Casinò stanno per dare il via libera sono comunque tutti di carattere strumentale e hanno un interesse specifico ad associare il proprio nome a Palazzo Grassi, per la pubblicazione dei cataloghi d'arte legati alla nuova attività del centro espositivo o alla movimentazione delle opere. Resterebbero per ora all'uscio — a meno di sorprese dell'ultima ora — i possibili soci «forti» provenienti dal mondo bancario e industriale, tra cui ci sarebbero la Fondazione di Venezia, che ha manifestato nuovamente il suo interesse, Banca Intesa e alcune compagnie assicuratrici tra cui una straniera di rilievo e le stesse Generali. Ma per questi ci sarebbe posto nei successivi diciotto mesi, per acquisire le quote messe in vendita dalla Fiat, che per ora mantiene formalmente la sua partecipazione nella società al 49 per cento, ma con l'obiettivo di scendere rapidamente al 10 per cento. Su queste basi, il 25 gennaio, il Comune dovrebbe dare il via libera all'operazione di acquisizione, su cui pure restano molte perplessità — e anche all'interno dei Ds non tutti condividono il via libera all'acquisizione da parte del Casinò della maggioranza della società — che si estendono anche alla programmazione culturale. Di certo c'è finora che il nuovo Palazzo Grassi avrà un direttore artistico che si chiama Jean-Jacques Aillagon, ex ministro della Cultura francese, oltre che già direttore del Beaubourg, che all'incarico tiene moltissimo e che per questo ha detto no all'offerta recente del presidente della Repubblica Jacques Chirac di andare a dirigere una rete televisiva pubblica. Che una serie di imprenditori, da Gucci al gruppo Pinault sono già pronti a sponsorizzare mostre d'arte contemporanea negli anni della Biennale. Che il nuovo Palazzo Grassi dovrà interagire con i musei del sistema museale veneziano — come ancora non si sa — e potrà «attingere» per le sue mostre alle loro opere, oltre che a quelle dei musei statali presenti in città. Sui programmi, però, per ora tutto si è limitato a una serie di titoli legati a mostre su civiltà (ad esempio il Cristianesimo e l'Isiam), all'idea di realizzarne altre su protagonisti dell'arte veneziana e all'annuncio di un uso polifunzionale del nuovo Palazzo Grassi, per tenerlo aperto tutto l'anno. Un po' poco, ancora, per delinearne un futuro promettente.
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