Sovrintendenza in sciopero per “salvare dalla pensione” La Regina Secolo d'Italia
Domani, per il polverone alzato sul caso del «signor no», a rischio le visite ai monumenti
IN 27anni di onorata carriera alla soprintendenza dei Beni archeologici di Roma, Adrìano La Regina deve essersene fatti davvero tanti di amici. Il pensionamento per sopraggiunti limiti d'età del «signor no», come fu soprannominato, sta scatenando un putiferio nella Capitale, dove si delineano striscianti complotti politici orditi dal ministro dei Beni culturali, cordate per trovare una nuova collocazione a questo povero pensionato e perfino scioperi dei dipendenti della sovrintendenza per impedire l'allontanamento del capo. Al di là di già visti pretesti del centrosinistra per attaccare un esponente del governo Berlusconi e di slanci buonisti del sindaco che non lascia a piedi nessuno e che già prepara terreni di collaborazione tra l'amministrazione e l'amico archeologo, è proprio l'ultimo passaggio a far pensare che in fondo non tutto il male viene per nuocere. Quello che non hanno potuto l'abbattimento del Muro dì Berlino, la fine del partito comunista, le aperture di Cisl e Uil al dialogo sociale, lo ha potuto la mancata conferma di La Regina. Dopo anni di ideologia di imperante conflitto fra classi, finalmente, «padroni e lavoratori», o se si preferisce una terminologia meno desueta «dirigenti e dipendenti», si trovano fianco a fianco con i secondi pronti a incrociare le braccia per i primi. Il ministro Urbani ha fatto sapere che gli è «molto facile condividere gli apprezzamenti peri il professor Adriano La Regina, tanto è vero che, leggi permettendo, lo avevo spontaneamente confermato nelle sue funzioni di Sovrintendente per i beni archeologici di Roma con vivo piacere. Ma confesso -ha aggiunto- che oggi mi è molto più difficile apprezzare l'invito a violare le leggi vigenti, in particolare quando questo proviene da dipendenti pubblici Non devo farlo, non voglio farlo, non lo farò mai». La pace sociale è salva. Peccato solo che a farne le spese saranno i turisti che domani, dalle 9 alle 11, salvo ripensamenti dell'ultim'ora, troveranno sbarrati i cancelli dei principali monumenti romani, dal Colosseo ai Fori, dalle Terme dì Caracolla a quelle di Diocleziano, fino al Palazzo Massimo.
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