Trovata antica ancora di epoca romana Corriere del Giorno, 16 gennaio 2005
Il reperto del III secolo d. C. è stato rinvenuto e recuperato dal fondale marino, a Leporano. Si tratta di un'ancora in ferro, risalente ad epoca romana imperiale, di 130 centimetri di fermezza e 50 di lunghezza, trovata a diverse centinaia dalla costa e a 14 metri di profondità, concrezionata ma in buono stato di conservazione. E' stata trovata nei giorni scorsi dall'ambientalista Fabio Matacchiera, già presidente della nota Associazione "Caretta Caretta". La sua passione per il mare e, soprattutto, per le immersioni, lo ha portato a scoprire la presenza di diversi reperti di interesse storico e archeologico, fra cui molti ceppi di ancore tornane e pesi da rete in pietra, che sono andati ad arricchire il patrimonio culturale della provincia ionica. L'ultimo reperto trovato da Matacchiera è l'ancora risalente, secondo gli esperti, al DI secolo d. C. e, quindi, al periodo imperiale romano. Dell'interessante scoperta è stata informata la Sovrintendenza Archeologica della Puglia. Inoltre, nei giorni scorsi sono State effettuate nuove immersioni grazie alla collaborazione del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri della Compagnia di Tarante. D comandante dei sommozzatori dell'Arma, il maresciallo Ugo Adorante, ha coordinato le operazioni subacquee durante k quali sono stati effettuati rilevamenti e misurazioni del reperto e delle zone circostanti del fondale. Fabio Matacchiera ha scoperto l'antica ancora grazie all'ausilio di una speciale telecamera subacquea a circuito chiuso, dottata di slitta da traina per la videoispezione dei fondali, ideata e realizzata dallo stesso ambientalista. Interfacciata a speciali video occhiali elettronici utilizzati sulla barca di appoggio, ha permesso di localizzare il reperto adagiato sul fondale malgrado la notevole profondità. Il ritrovamento, ha fatto notare Matacchiera, riguarda «un tipo di ancora diversa rispetto a quelle finora rinvenute nel nostro mare, in quanto il ceppo non è di piombo ma di ferro e ha la forma di arco con sezione circolare. Questo fa presupporre che si tratta di un tipo romano meno antico». Dalle condizioni in cui è stata trovata l'ancora, è possibile ricostruire, ipoteticamente, le ultime vicende della nave a cui apparteneva e le dimensioni: Il fuso, anch'esso in ferro, risulta spezzato. Questo fa suporre che la nave, probabilmente di venti metri, si sia trovata in difficoltà. Forse è rimasta in balia di un fitte vento di scirocco e, per non finire sulla costa, potrebbe aver dato fondo all'ancora che poi ha perso per il cedimento dell’uso». Inoltre, Matacchiera ha spiegato di aver consultato due esperti del settore per avere ulteriori conferme dell'autenticità dell'ancora: «Ho interpellato il professor Gianfranco Purpura, dell'Università di Palermo e l'archeologo subacqueo tarantino, professor Mario Lazza-rini, entrambi noti per le loro pubblicazioni e i loro studi di archeologica navale. Tutti e due - ha detto Matacchiera - concordato sulla tesi che debba trattarsi di reperto romano risalente al III secolo dopo Cristo. Anche se la conferma definitiva per la datazione si potrà avere solo grazie ad una più accurata ispezione fatta in loco da esperti». ., i Sa tratta di una scoperta apportante, dal punto di vista stòrico e archeologico, per i motivi che ha spiegato lo stesso autore: «.Questo ennesimo ritrovamento - ha sottolineato - ci da la conferma che, in diverse epoche intorno il mare di Taranto. È stato importante crocevia di innumerevoli imbarcazioni. La peculiarità di questa scoperta è che l'ancora si è potuta mantenere pressoché integra, nonostante fosse in ferro e non in piombo. È noto infatti che solo ; poche ancore romane in ferro sono state recuperate nel Mediterraneo, a causa della minore resistenza di questo materiale alla corrosione dell'acqua marina. La maggior parte delle ancore romane sono in piombo e non in ferro e questo renderebbe più interessante questa scoperta». Da quanto appurato da esperti della materia, due ancore analoghe a quella trovata nello Jonio, spezzate, sono state rinvenute in Francia a largo di Cap Gros vicino Antibes, sulla Costa Azzurra. Il reperto localizzato a largo di Leporano sarà recuperato dopo gli accertamenti di rito in questi casi e in tempi rapidi per evitare che i trafficanti di reperti riescano a impossessarsene. Nelle acque dello Jonio è stato localizzato anche un antico vascello. Anche questa è una scoperta interessante allo studio dello stesso Matacchiera che ha preannunciato che illustrerà i particolari fra un paio di settimane.
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