Molfetta . Il restauro della cattedrale e il restauro della città GIANNI DE ROBERTO La Gazzetta del Mezzogiorno, 17 gennaio 2005
Martedì sera, come ormai è noto a tutti, sarà riaperta solennemente, la nostra Cattedrale, con la elebrazione dell'Eucaristia presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Camillo Ruini e concelebrata da numerosi cardinali e vescovi ospiti nella nostra città. Dopo oltre due anni di importanti lavori di restauro, la Cattedrale tornerà a risplendere, così dicono quelli che già vi sono entrati, in tutta la sua bellezza. Eppure in questi giorni la mia coscienza di credente non è tranquilla, non sono sicuro che il Signore Gesù sia contento dì noi ...mi torna in mente l'immagine, usata in una occasione a-naloga ormai più di dieci anni fa, dal Vescovo Tonino Bello: «Quell'anno, alla fine di aprile, il Santuario di Molfetta, dedicato alla Madonna dei Martiri, con speciale bolla pontificia veniva solennemente elevato alla dignità di Basilica Minore. «La città era infesta, e per il singolare avvenimento giunse da Roma un Cardinale il quale, nella notte precedente la proclamazione, volle presiedere lui stesso una" veglia di preghiera che si tenne nel santuario. Parlò con trasporto di Maria suscitando un vivo entusiasmo. Poi, prima di mandare tutti a dormire, diede la parola a chi avesse voluto chiedere qualcosa. «Fu allora che si alzò un giovane e, rivolgendosi proprio a me, mi chiese a bruciapelo il significato dì Basilica Minore. Gli risposi dicendo che 'basilica'è una parola che deriva dal greco e significa 'casa del re', e conclusi con enfasi che il nostro santuario di Molfetta stava per essere riconosciuto ufficialmente come dimora del Signore del cielo e della terra.. Il giovane replicò affermando che tutte queste cose le sapeva già, e che il significato di basilica come casa del re era per lui scontatissimo. E insistette testardamente: "Lo so che cosa vuoi dire Basilica. Ma perché Basilica Minore?-'. «Dovetti mostrare nel volto un certo imbarazzo. Non avevo, infatti, le idee molto chiare in proposito. Solo più tardi mi sarei fatto una cultura e avrei capito che Basiliche Maggiori sono quel- le di Roma, e Basiliche Minori sono tutte le altre. Ma una risposta qualsia-si bisognava pur darla, ed io non ero tanto umile da dichiarare lì, su due piedi, davanti ad un'assemblea che mi interpellava, e'davanti al Cardinale che si era accorto del mio disagio, la mia scandalosa ignoranza sull'argomento. «Mi venne, però, un lampo improvviso. Mi avvicinai alla parete del tempio e battendovi Contro, con la mano, dissi: "Vedi, Basilica Minore è quella fatta di pietre. Basilica Maggiore è quella fatta di carne. L'uomo, insomma. Basilica Maggiore sono io, sei tu! Basilica Maggiore è questo bambino, è quella vecchietta, è il Signor Cardinale. Casa del re!". «La veglia finì che era passata mezzanotte. Fui l'ultimo a lasciare il Santuario. Me ne tornavo a piedi verso casa, quando una macchina mi raggiunse e alcuni giovani mi offrirono un passaggio. Lungo la strada, commentammo insieme la serata, mentre il tergicristallo cadenzava i nostri discorsi. «Ma ecco che, giunti davanti al portone dell'episcopio, si presentò allo sguardo una scena imprevista. Disteso a terra a dormire, infraciditi dalla pioggia e con una bottiglia vuota fra le mani, c'era lui: Giuseppe. Sotto gli abbaglianti della macchina, aveva un non so che dì selvaggio, la barba pareva più ispida, e le pupille si erano rapprese nel bianco degli occhi. «Cì fermammo muti a contemplarlo con tristezza, finché la ragazza che era in macchina dietro di me mormorò, quasi sottovoce: 'Vescovo, Basilica Maggiore o Basilica Minore?". "Basilica Maggiore" risposi. E lo portammo di peso a dormire. All'alba volli andare a vedere se si fosse svegliato. Giuseppe riposava sereno. Un respiro placido gli sollevava il petto nudo. Sotto le palpebre socchiuse luccicavano due pupille nerissime, e la barba dava al suo volto un tocco di eleganza. Forse stava sognando. Mi venne spontaneo rivolgermi al Signore e ripetere col Salmo: "Lo hai fatto poco meno degli angeli". Mi attardai per vedere se avesse le ali. Forse le aveva nascoste sotto il guanciale.» Si riapre la nostra Cattedrale, ma non riesco ad essere tranquillo. Penso che se la "Basilica Minore" è tornata a splendere in tutta la sua bellezza, la 'Basilica Maggiore" è stata profanata appena una settimana fa nel corpicino di Eleonora, e continua ad esserlo in tanti altri nella nostra città. Siamo certi di aver messo proprio la stessa cura, la stessa dovizia di risorse, la stessa determinazione nel sollecitare l'impegno di tutti, dei singoli come delle istituzioni, anche nei confronti della "Basilica Maggiore"della nostra città? Basti pensare alle tante famiglie che oggì fanno fatìca a vìvere o ai bambini stranierì fermi ai nostri semafori, e al tentativo, abortito nell'anno del Giubileo, di dare loro una casa e una scuola. I lavori di restauro non sono finiti. Anzi, sono appena all'inizio! E richiedono l'impegno di tutti.
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