SARDEGNA - E Matteoli cancella il parco - Il ministro annuncia: toglierò i vincoli del Gennargentu Giuseppe Farris Il Manifesto, 13/ 01/ 2005
NUORO De profundis per il parco nazionale del Gennargentu. Altero Matteoli ieri ha annunciato che il governo cancellerà il decreto legge istitutivo dell'area protetta, nata quando il dicastero all'Ambiente era coperto dal verde Edo Ronchi. Il ministro ha reso nota la decisione dell'esecutivo ieri mattina, dopo un incontro, a Roma, con in sindaci di centrodestra dei comuni compresi nell'area del parco. Avrebbero dovuto esserci anche i sindaci di centrosinistra, ma hanno annullato le prenotazioni dei voli per la capitale quando il ministro ha fatto sapere che Renato Soru, il presidente della giunta regionale sarda che doveva partecipare al summit, non era ospite gradito. Soru ha spedito una lettera di protesta al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta. «Quello di Matteoli è un comportamento», ha dichiarato, «che non tiene nel dovuto conto il rispetto dei ruoli reciproci. Credo che, più che con il parco, quest'atteggiamento abbia a che fare con la campagna elettorale. E' un metodo che non può essere tollerato». Solo nella tarda serata di ieri Matteoli ha fatto sapere che incontrerà Soru mercoledì della prossima settimana. Evidente l'intenzione di attribuire il merito della cancellazione del parco, e dei vincoli che questo comporta, esclusivamente ai sindaci e non a Soru, considerato e trattato da un ministro della repubblica più come avversario politico che come titolare di una carica istituzionale.
Sul parco la polemica è rovente da diversi giorni in Sardegna. Il centrodestra, a Roma come a Cagliari e in Barbagia, è sempre stato contrario all'istituzione dell'area protetta. Ma anche i sindaci sardi di centrosinistra non la vogliono. La differenza è che il centrodestra vuole completa mano libera nella gestione del territorio da parte delle comunità locali, senza vincoli di sorta, mentre il centrosinistra punta alla creazione di un parco regionale, magari dai confini più ristretti e soprattutto gestito direttamente dai comuni insieme alla giunta regionale. Quest'ultima posizione è stata fatta propria da Renato Soru e dalla sua maggioranza (un centrosinistra allargato a Rifondazione comunista e alla rete dei movimenti). I vincoli previsti dalla legge Ronchi sono entrati in vigore il 1° di gennaio. Da allora contro il parco è partita una campagna che ha portato alla decisione annunciata ieri da Matteoli. Una decisione che accontenta tutti, centrodestra e centrosinistra. Ora però si tratta di vedere come sarà riempito il vuoto.
Un vuoto pericoloso, ha denunciato il Wwf attraverso la voce di Fulco Pratesi. Perché se il parco muore, poi non è affatto certo che rinascerà sotto altre forme, come vorrebbero Soru e il centrosinistra. La destra, infatti, farà di tutto per bloccare anche il parco regionale. La partita è complicata. Il parco arriva sino alle coste. E sulle coste, nonostante il vincolo imposto dalla giunta regionale che impedisce per un anno, solo per un anno, di costruire entro una fascia di due chilometri dal mare, i cementificatori non hanno smesso le loro mire, politicamente coperti dal centrodestra. E poi c'è il problema dei territori comunali adibiti ad usi civici, un retaggio del feudalesimo sopravvissuto alla modernizzazione.
In passato, il comunale era diviso tra le famiglie del paese-villaggio, che lo utilizzavamo per il pascolo delle greggi. Oggi, in molti centri della Barbagia e dell'Ogliastra è controllato, spesso con la violenza, da pochi occupanti abusivi, che resistono con i fucili e con la dinamite a qualsiasi tentativo di regolamentazione dell'uso del territorio. All'origine delle tensioni e delle violenze che segnano la vita di molte comunità del centro Sardegna sta il conflitto per il controllo dei terreni comunali. Dai piccoli signori della guerra che sinora hanno imposto con la forza i loro interessi illeciti, l'istituzione del parco del Gennargentu, nazionale o regionale che sia, è vista come un pericolo. Dietro la difesa dell'autonomia delle comunità locali, usata in funzione antiparco, sta in realtà la volontà di chi controlla e occupa abusivamente il territorio di perpetuare il proprio inconstrastato dominio. Con la copertura politica del centrodestra.
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