Soldi solo per le grandi opere»- La denuncia di Legambiente: «Finanziate solo autostrade e alta velocità» GIU. MA. il manifesto - 13 Gennaio 2005
BOLOGNA Può essere una lampadina a decidere della vita e della morte delle persone? Legambiente ha messo nero su bianco le sue valutazioni sul disastro ferroviario di Crevalcore in un mini dossier denso di cifre e date significative. Si parte dal 1989 e dalle promesse dell'allora ministro dei Trasporti Carlo Bernini sul raddoppio dei binari sulla rete nazionale. Invece come dice Roberto Della Seta che di Legambiente è il presidente nazionale «in Italia da anni la politica dei trasporti ha assunto due sole priorità: nuove autostrade e alta velocità, due obiettivi che assorbono la stragrande maggioranza delle risorse con costi ingenti sottraendo risorse da obiettivi più urgenti come l'adeguamento della rete ferroviaria regionale». La sintesi delle cifre parla chiaro. In Italia nel 2004 sono stati investiti 6,4 miliardi di euro nelle infrastrutture ferroviarie, 4 miliardi sono andati all'alta velocità che è in prospettiva un decimo della rete, solo 2,4 miliardi sono stati investiti per i restanti nove decimi. Per l'organizzazione ambientalista è anche un problema di visione complessiva. Non ci sono assicurazioni per il futuro che linee frequentate e storiche come Taranto-Reggio Calabria, 473 km, e 164 km della Roma-Bari verranno raddoppiati. L'ipoteca per l'Alta Velocità costituirà un vincolo strettissimo. Se, come è scritto nel dossier, «solo Torino, Milano e Bologna sono interessate ogni giorno dal transito di circa due milioni di pendolari che viaggiano in condizioni davvero critiche», le briciole che rimangono dall'Alta Velocità servono veramente poco. Le tratte in costruzione ingoiano risorse moltiplicando i costi di previsione. L'elaborazione di Legambiente sui dati forniti da Tav mostra che anche solo per i 78 km della Firenze-Bologna se il costo previsto nel primo contratto del 1991 era superiore al milione di euro, l'ultimo contratto del 2003 è lievitato a quasi cinque milioni di euro. I consorzi di costruzione sono scelti senza gara, i rischi sono minimi rispetto ai ritardi e la spesa per lo Stato su questa lievitazione di costi sarà altissima. Naturale che in questo scenario la cenerentola sia costituita dal resto della rete. Nel dossier vengono definiti i cantieri «lumaca», le tratte nazionali da raddoppiare e da mettere in sicurezza, tra queste c'è, ovviamente, la linea Bologna-Verona. Altri numeri significativi anche per l'asfalto che la fa da padrone nella destinazione delle risorse per la Legge Obiettivo: ben il 70% degli investimenti. Ovviamente la priorità non va a quelle strade dove per carente sicurezza c'è un alto tasso di incidenti. Ovviamente.
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