DAL VENTRE DI ROMA SPUNTA UN MOSAICO Giovanna Vitale la Repubblica 14-GEN-2005
Non smette di stupire il ventre di Roma. A distanza di secoli continua a sorprendere archeologi e studiosi restituendo frammenti di vita quotidiana di immenso valore. Questa volta a venire alla luce, a 13 metri di profondità, è un ampio tratto di mosaico parietale di età neroniana, emerso nel corso degli scavi condotti sul Colle Oppia dalla Soprintendenza comunale ai Beni archeologici. La scoperta è avvenuta alle spalle del locale — precedente alla costruzione delle Terme di Traiano — dove nel'98 fu rinvenuto l'affresco conosciuto come la Città Dipinta, risalente al I secolo dopo Cristo. A renderlo noto il sindaco dì Roma WalterVeltroni, e l'assessore alle Politiche culturali Gianni Borgna. Il mosaico, rarissimo, misura 3 metri per 2. Raggiunto da un'equipe di archeo-speleologi all'interno di un ambiente decorato, rappresenta cinque figure maschili intente alla vendemmia: una è china in un angolo e raccoglie grappoli d'uva in una cesta; un'altra, di spalle, suona il flauto doppio; tre sono figure nude che pigiano gli acini in una vasca rettangolare. Subito visionato dal soprintendente comunale Eugenio La Rocca, è stato ritenuto un esempio unice per soggetto e qualità d'esecuzione. «Un ritrovamento sensazionale», lo ha definito Veitroni, mentre Borgna vede confermata l'intuizione che, dopo la scoperta la Città Dipinta, ha convinto il Campidoglio a proseguire gli scavi: «Là sotto c'è un'altra Domus Aurea», scommette l'assessore, lamentando «la mancanza di sensibilità del ministero ai Beni Culturali che ci ha sempre negato i finanziamenti». I lavori sono infatti condotti solo con fondi del Campidoglio. Già nel '98, indagini endoscopiche avevano rivelato l'esistenza di un ambiente dietro l'affresco della Città Dipinta, solo in parte interrato, che conservava su un muro un pezzo di mosaico. «Ma nessuno si aspettava fosse così ben mantenuto», sottolinea Veitroni. Stavolta infatti non si tratta di frammenti, ma di un'ampia porzione di decorazione a parete all'interno di quella che si suppone fosse la prefettura dell'Urbe. Un nuovo capitolo della storia romana andrà forse riscritto.
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