I tesori delle Marche Gianfranco Ferroni Il tempo 14-GEN-2005
E' un patrimonio culturale da rivalutare, quello delle Marche. Da domani, sabato 15 gennaio - e fino al 30 aprile - sarà visibile la mostra "Collectio Thesauri. Dalle Marche: tesori nascosti di un collezionismo illustre" nelle sue due sezioni di Ancona - presso la Mole Vanvitelliana - e di Jesi, presso lo Studio per le Arti della Stampa, a Palazzo Pianetti Vecchio. Un'esposizione promossa e realizzata dalla Regione Marche con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e le Attività Culturali, in collaborazione con le amministrazioni provinciali delle Marche e con numerosi comuni e biblioteche del territorio. Il progetto della mostra presenta 370 opere - principalmente provenienti da 17 biblioteche storielle marchigiane e dalla Biblioteca Apostolica Vaticana - di cui 310 opere esposte nelle sale della Mole Vanvitelliana - edificio costruito come lazzaretto della città nel 1733 dall'architetto Luigi Vanvitelli - e 60 volumi a Palazzo Pianetti Vecchio, ex refettorio delle Clarisse e biblioteca della famiglia Pianetti. Ad Ancona - sede centrale della mostra l'esposizione si snoda lungo le sale del primo piano della Mole e del corrispettivo soppalco. Il percorso espositivo materializza un ideale itinerario attraverso le biblioteche storiche delle Marche, incontrando grandi personaggi, collezionisti, bibliografi e bibliofili. In una successione cronologica, dalle raccolte più antiche di origine altomedievale e monastica, proseguendo per itinerari rinascimentali. I grandi collezionisti dell'epoca barocca e dell'Illuminismo accompagneranno il visitatore nel rimanente percorso; è infatti fra la metà del XVII e la fine del XVT1T secolo che si costituiscono le grandi raccolte bibliografiche e si concretizza la nascita delle biblioteche pubbliche. Alle 18 sale dedicate alle biblioteche seguiranno due grandi spazi dedicati ad esposizioni tematiche: l'arte grafica e la musica, da cui emergerà con chiara evidenza la preziosità delle raccolte marchigiane. Saranno visibili 180 opere fra codici, volumi antichi ed edizioni rare; 100 opere di arte grafica, fra disegni e stampe; 35 documenti musicali, fra cui antifonari, salteri, documenti rari e manoscritti a partire dal X secolo. La sezione jesina di Collectio Thesauri si svolge negli ambienti dello Studio per le Arti della stampa. Le opere sono allestite nell'antico Palazzo Pianetti, oggi sede del Museo della Stampa. Qui è possibile, contestualmente alle edizioni in mostra, ammirare anche un monumentale torchio settecentesco e altri strumenti in uso nelle tipografie locali fra XLX e XX secolo. Si ripercorrerà, per là prima volta, la storia della tipografia marchigiana fin dal secolo XV, di cui esempio di grande valore è costituito dall'opera di Ottaviano Petrucci, che in quegli anni realizzò il sistema per la stampa della musica con i caratteri mobili. Le edizioni più antiche in mostra, come quelle quattrocentesche di Federico de' Conti, saranno allestite in quel gioiello barocco che è la cappella di famiglia prospiciente il museo e dedicata a San Bernardo. Alcuni pezzi straordinari renderanno l'evento-mostra unico nel suo genere, come i celeberrimi globi del XVI e XVII secolo (quello acquerellato realizzato da Vincenzo Coronelli, ha una circonferenza che supera i 3 metri). La grande acquaforte di Nicolaus Hogenberg, conosciuta come il Trionfo di Carlo V, del 1530, che nei suoi 12 metri di lunghezza "racconta come in un film" la fastosa incoronazione dell,imperatore Carlo V d'Asburgo a Bologna nel 1530. I sei codici, provenienti dalla Biblioteca Apostolica Vaticana ed appartenuti alla libreria di Federico da Montefeltro, che per la prima volta ritornano nelle Marche - straordinariamente ricchi di miniature (ne sono esempio quelli di Francesco Rosselli e del Ghirlandaio). I preziosi atlanti acquarellati di Mercatore, Ortelio, Kaerius e Blaeu, che rappresentano la migliore produzione cartografica d'uso mai realizzata nell'Europa del Nord. Nella sezione di arte grafica, ecco una selezione dalle più importanti raccolte marchigiane di disegni spesso preparatori di ben noti dipinti di Raffaello, Guido Reni, Barocci, Cecco Bravo, Canova, solo per citarne alcuni, e di maestri contemporanei come Rosai, Guttuso, Cagli; le stampe di Carnìcci, Rembrandt, Duerer, Callot, Piranesi, Stefano della Bella. L'esposizione, curata da Mauro Mei ed allestita dall'architetto Pierluigi Cervellati, ha richiesto 5 anni di preparazione, la collaborazione ai prestiti di 26 fra Biblioteche, Musei, Monasteri e Pinacoteche.
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