Palazzo Grassi, il Comune chiama Urbani Sara D'Ascenzo Corriere del Veneto
Ca' Farsetti pensa a una rete di musei in cui inserire le sale di casa Fiat. Il progetto piace al ministro della Cultura. Stretta sui soci: in tre potrebbero spartirsi il 20%. Resta il nodo della gestione
VENEZIA — Palazzo Grassi nella rete del sistema museale della città. L'idea piace al ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani, cui è stata sottoposta nei giorni scorsi e che ha dato un benestare preventivo. Il modello è quello di Berlino, dove i musei statali collaborano con quelli della città per prestiti e contributi scientifici. Un'ipotesi di «rete» contenuta nel progetto culturale elaborato dal Comune in vista dell'acquisizione, tra meno di 15 giorni, del 51% del pacchetto azionario del Palazzo, ancora di proprietà della Fiat. Ma prima del 25 gennaio, data fissata per il preliminare d'acquisto con la casa torinese, il sindaco dovrà presentarsi alla maggioranza con un'ipotesi concreta di soci disposti ad accollarsi, da subito, un 20% minimo in grado di sforbiciare la percentuale del 51% a carico del Casinò e quindi la spesa per la casa da gioco: da 15 a 10 milioni di euro. Su questo, dunque, si lavora in queste ore. L'ipotesi più «gestibile» è quella di due soci pronti a spartirsi il 20 per cento. Qualche complicazione, però, arriva dal fatto che, come potenziali soci, si siano da subito presentati almeno due soggetti che avrebbero potuto essere contattati in seguito per affidare loro, con un accordo pluriennale, la gestione delle mostre: su tutte la casa editrice veneziana Marsilio (che già ha in gestione, con la Elemond, i musei civici veneziani) e la milanese Skira (che ha in gestione le Scuderie del Quirinale) , tra l'altro in concorrenza tra loro, seppure entrambe nella galassia Rcs. Difficile che una delle due sia disposta a tirarsi indietro: così l'ipotesi più probabile potrebbe vedere entrambe come soci con a fianco un terzo soggetto, magari proprio la società di trasporti d'arte — Arteria — che si era fatta avanti nelle scorse settimane. Una complicazione che potrebbe rallentare il reclutamento dei soci: non a caso l'idea iniziale era quella di raccogliere i soci potenziali nei diciotto mesi a disposizione tra la prima parte della transazione (per acquisire il 51%) e la seconda, per acquisire il 39%, lasciando così a Fiat il 10 per cento. Nel frattempo il progetto va avanti: nei piani del Comune la direzione artistica dovrebbe essere affidata a Jean-Jacques Aillagon, ex ministro della Cultura francese, capace, per prestigio personale, di convocare un comitato scientifico d'alto livello tra cui potrebbe figurare anche il direttore del British Museum, Neil Mc-Gregor. Palazzo Grassi potrebbe aprire una grande libreria, dotarsi di un bar e di un ristorante sempre aperti, non solo nel periodo di mostre. Questo perché, nei piani, il palazzo dovrebbe rimanere sempre in funzione, con due grandi mostre all'anno e una terza di nicchia, e con congressi. Tutto, pur di scongiurare la destinazione alberghiera: fino al 2007, infatti, la destinazione d'uso è bloccata a esposizione d'arte, ma poi le cose, in teoria, potrebbero anche cambiare.
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