Scoperta la bottega di Leonardo a Firenze R. C. La Stampa, 11/1/2005
La bottega fiorentina di Leonardo da Vinci è stata ritrovata presso la foresteria del convento dell'Ordine dei Servi di Maria, attiguo alla basilica della Santissima Annunziata, nel cuore del centro storico. La scoperta, dovuta a tre ricercatori del vicino Istituto Geografico Militare (Alessandro Del Meglio, Roberto Manescalchi e Maria Carchi) è stata annunciata ieri durante la presentazione della mostra «Leonardo, i giochi e lo sport» che, dopo essere stata ad Atene in occasione delle Olimpiadi, è ora sbarcata a Firenze dove resterà allestita fino al 20 gennaio a Palazzo Panciatichi. Erano presenti il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini, il comandante dell'Igm, generale Renato De Filippis, e il professor Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale Leonardo da Vinci. I tre ricercatori hanno individuato su alcune pareti della foresteria, in luoghi privati finora inaccessibili, tracce architettoniche e affreschi di scuola del maestro che hanno «impressionanti associazioni» con opere di Leonardo. La presenza di Leonardo in queste sale, hanno spiegato gli scopritori, è testimoniata da Piero da Novellata in alcune lettere scritte a Isabella d'Este e attestata dal Vasari nella vita del genio di Vinci. Quando Leonardo arrivò a Firenze aveva quasi 50 anni e proveniva da Milano dove era ormai diventato una celebrità. Alloggiò dai frati dell'ordine dei Servi di Maria dove successivamente furono ospitati anche Andrea Del Sarto e Franciabigio. Le nuove scoperte hanno lasciato stupiti gli esperti, tanto che il professor Vezzosi ha definito la ricerca «assai interessante per i nuovi elementi che aiutano a comprendere il contesto in cui Leonardo ha lavorato in queste stanze proprio 500 anni fa». I risultati delle ricerche saranno presentati agli studiosi nel corso di un convegno in programma lunedì prossimo alle ore 17, sempre nella sede del Consiglio regionale. Alessandro Del Meglio, Roberto Manescalchi e Maria Carchi hanno spiegato che su una parete di uno degli ambienti del convento è raffigurato un tripudio di uccelli che sovrasta una «probabile vergine annunciata», ora perduta, e che costituisce una chiara citazione degli studi del maestro sul volo degli uccelli, presenti in diversi manoscritti autografi dell'artista. Nella parte destra è ancora visibile la traccia di un angelo staccato che richiama in modo evidente l'Angelo dell'Annunciazione, il capolavoro di Leonardo conservato alla Galleria degli Uffizi. L'altro elemento di grande interesse è il ritrovamento di due «grottesche» (dipinti sul muro) in un locale al secondo piano, identificato come la traccia rimasta della cella-abitazione del «Maestro Valerio» citato dal Vasari. Le grottesche sarebbero attribuite a Morto da Feltre, l'artista vissuto a cavallo del Cinquecento che, sempre secondo il Vasari, sarebbe stato richiamato in loco dalla presenza del maestro. L'analisi di questi spazi ha permesso anche di identificare, all'altezza del braccio che separa il primo dal secondo chiostro, un vecchio portale di ingresso al convento, poi chiuso quando sono state costruite le scuderie granducali. Accanto all'ingresso quattrocentesco è stata scoperta anche una scala dimenticata e praticamente integra attribuita dai ricercatori dell'Istituto Geografico Militare a Michelozzo, principale allievo del Brunelleschi, e datata attorno al 1430.
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