Ritorna nella sua chiesa l'Ecce Homo rubato F. Jouakim Il Mattino, 09/01/2005
Sul capo è tornata la corona di spine, sotto la base dorata ce n’è un’altra in aggiunta perché il viso sofferente risalti meglio, e nella mano sinistra ha anche il bastone pastorale che prima non c’era. Manca soltanto l’abbraccio della gente, che arriverà oggi. La statua dell’Ecce Homo è nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, dove aspetta - tra i fiori portati dai fedeli - di tornare «a casa». Cioè al numero 10 di via Costantinopoli, nell’edicola votiva da dove il Gesù flagellato fu trafugato nella notte tra l’11 e il 12 agosto scorsi. La statua di terracotta, risalente con ogni probabilità al Settecento, fu rinvenuta dai carabinieri un mese e mezzo dopo, il 25 settembre, in una masseria vicino Mondragone. Il miracolo quando le speranze di ritrovare il Cristo poverello erano ormai perdute. E addirittura si pensava che - dopo l’eco data al furto - il pezzo, ormai «bruciato» sul mercato antiquario, fosse stato distrutto. Tanto che la Curia aveva donato a don Gennaro Iavarone, il parroco della chiesa di Santa Maria, un Cristo di cartapesta di proporzioni quasi identiche all’originale. Al quale il 19 settembre - il giorno di San Gennaro - venne destinata dai fedeli una degna accoglienza, con la processione e la sistemazione nell’edicola che era rimasta vuota. Ma solo una settimana dopo, grazie alla pressione sui ricettatori e a qualche indicazione venuta al momento giusto, nelle campagne del Casertano è spuntato l’originale, dopo che in molti - tra i quali alcuni ex insegnanti e alunni della scuola media, che si trova a pochi passi dalla chiesa - avevano seguito con apprensione la vicenda dell’Ecce Homo.
Le foto del ritrovamento mostrano una statua non rovinata, ma piuttosto malandata. Dopo le lunghe pratiche di dissequestro, un restauratore amico della parrocchia, che vuole restare anonimo, ha ridato colore al volto sofferente. Provvedendo a restituire al Cristo di terracotta anche il mantello di porpora, che era sparito insieme alla corona di spine. Ora la statua dell’Ecce Homo tornerà nella sua sede originaria. Ma la «copia» inseguita da don Gennaro e donata dalla Curia non sarà dimenticata, e resterà in una cappella della chiesa. Oggi la benedizione della statua ritrovata: una Messa alle 11.30, poi una processione che partirà dalla parrocchia e arriverà al numero 10 dopo un breve giro. Quindi la deposizione della statua nell’edicola sacra, davanti alla quale si pregherà anche per il pentimento dei ladri. Il tutto senza mai dimenticare quella notte di sacrilegio, che don Gennaro riassume così: «Del furto pochi devoti si accorsero, altri sono rimasti indifferenti. Altri erano solo curiosi di sapere se la statua poteva avere un valore sul mercato antiquario». Un’allusione nemmeno tanto velata ai potenziali compratori, forse decisivi con i loro movimenti perché venisse imboccata la strada giusta. Nell’edicola votiva il Gesù flagellato troverà anche una copertura di vetro, per difendersi dallo smog. Sperando che non si debba proteggere anche da nuovi agguati. Di visite dei ladri bastano quelle alle cassette delle offerte.
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