II mare come museo diffuso - La nave romana di Levanzo diventerà il primo sito virtuale visibile da tutti MARIZA D'ANNA 9 GEN 2005 LA SICILIA ed. TRAPANI
Favignana. La Sovrintendenza del Mare sta muovendo i primi passi e inizia la sua attività con una serie di progetti che coinvolgono la Sicilia in generale ma che in particolare riguardanti la provincia di Trapani, ricca come poche di tesori archeologici e di reperti ancora da scoprire. Favignana si dimostra ancora polo di attrazione privilegiato in questa direzione e lo diventerà ancora di più quando lo stabilimento Florid verrà ristrutturato: le impalcature che circondano l'imponente edificio che si affaccia sul porto, oggi sono il segno che i lavori sono già iniziati. Ieri la presenza! dell'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano sull'isola insième al responsabile della Sovrintenden2a de l Mare Sebastiano Tusa e ai carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale della Sicilia hanno dato un segnale: la Regione vuole puntare sulla valorizzazione dei siti archeologici sottomarini S'inizia da Levanzo che diventerà il pri mo sito «virtuale» subacqueo della Sicilia. A Cala Mirinola, infatti, si trova un interessante relitto romano trovato non distante dalla costa. Tusa ha anticipato I progetto che si pone all'avanguardia nel settore dell'archeologia subacquea, (in settore che, negli intendimenti delle Regione e della Sovrintendenza del mare, deve diventare un nuovo veicolo per il turismo specializzato. Il relitto del III secolo a. C. si trova ad una profondità di circa 27 metri e trasportava «garurti», una salsa di pesce utilizzata dai romàni. Ha spiegato Tusa: «Verrà ripulito e vi saranno sistemate una serie di telecamere, le cui immagini si potranno vedere da terra, probabilmente al Museo del Mare che avrà sède nel vecchio stabilimento Florio in corso di ristrutturazione. Si tratta di un progetto pilota di grande interesse scientifice finanziato con i fondi di Agenda 2000 e che verrà replicato con altri siti archeologici». L'idea, infatti, è quella di mostrare il reperto nel gito naturale dove si trova non solo a coloro effe hanno la passione per la subacquea ma a tutti gli interessati. «Il turismo subacqueo è sempre più esigente - ha detto ancora Tusa - e questa è una grande opportunità per la Sicilia che deve essere sfruttata in sinergia con la Regione». A Palazzo Florio, ieri mattina, erano stati esposti i ritrovamenti effettuati nel corso dell'anno, per lo più anfore romane e puniche ma anche molte ancore di diverse dimensioni. «Ornai non sono queste le novità - ha detto l'assessore Pagano - ce ne sono moltissime ovunque. L'idea è invece quella di sviluppare la cultura del bene che va goduto nel contesto in cui si trova, nell'ottica della nascita di un "museo diffuso". E per questo è indispensabile la piena sinergia delle istituzioni».
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