Un'operazione-rilancio per i Musei di Modena Stefano Luppi 10 GEN 2005 GAZZETTA DI MODENA
'Avete tesori unici da valorizzare. Punteremo sui legami con Roma': la Soprintendente si presenta nel giorno del debutto St
«La Galleria Estense è uno dei più importanti musei statali d'Italia e io cercherò di portarvi sempre più visitatori, non solo esperti e studiosi d'arte, ma anche amatori e cittadini o turisti che preferiscono passare parte del proprio tempo libero in un museo». Maria Grazia Bernardini, la nuova soprintendente reggente per i beni storici, artistici e demoetnoantropologici di Modena e Reggio si insedia oggi al Palazzo dei Musei ed elabora subito una dichiarazione di intenti molto chiara. Il Museo Estense, in passato diretto da eminenti studiosi come Adolfo Venturi, Argan e Bonsanti, in effetti pare abbia davvero bisogno di una sterzata, vista la perdita di visitatori: addirittura un terzo -il 36% - tra 2003 e 2004. secondo i dati del Ministero. I prossimi giorni per la soprintendente Bernardini - fino a dicembre codirettrice della Galleria Nazionale d'arte antica di Palazzo Barberini, con la responsabilità della Turatela delle collezioni dal Insomma una fase di studio e presa di contatto, come ammette con franchezza. Speriamo si parli anche di programmazione scientifica espositiva di alta fascia e di coordinamento promozionale culturale.
Dottoressa Bernardini, Modena è una realtà economicamente rilevante e piena di tesori artistici noti in tutto il mondo, ma forse ha bisogno di riorganizzare in maniera differente la sua attività culturale se vuole diventare una delle capitali dell'arte in Italia. Lei che ne pensa? «Come Soprintendente sono alla prima nomina ma, pur conoscendo poco la città da questo punto di vista, devo dire che sono entusiasta del nuovo incarico presso una soprintendenza importante come questa. Come funzionario e storica dell'arte dedita soprattutto al barocco, a Palazzo Barberini ho organizzato una serie di attività che hanno avuto un certo successo e credo possano essere utili anche a Modena». Quali in particolare?
«L'attività culturale degli ultimi anni al museo Barberini (prestigiosa sede di capolavori di Raffaello, Pietro da Cortona, Guercino, Reni, Caravaggio, ndr) ha visto occasioni ad hoc per gli studiosi e altre per un pubblico più ampio: dalle pubblicazioni scientifiche ai convegni, fino a manifestazioni interdisciplinari come le 'donne del mito'. Per fare un solo esempio: abbiamo scelto Cleopatra e io ho commentato quadri di Guercino e Guido Reni, poi abbiamo proiettato una parte del celebre film del 1963 con la regina d'Egitto interpretata da Elizabeth Taylor e letto brani di Shakespeare. Il pubblico ha reagito bene e questa esperienza mi permette di ben sperare per il mio lavoro a Modena: qualche idea del resto l'ho già maturata».
Non può svelare nulla? «Preferisco aspettare e prendere contatto con la nuova realtà, ma certamente organizzeremo appuntamenti che tengano presenti i legami tra Romane l'Emilia tra Cinque e Seicento: non dimentichiamoci che ai tempi dei papa bolognese Gregorio XIII Boncompagni a Roma lavorarono molti artisti provenienti dal nord, rappresentati al museo estense da importantissimi quadri che ben conosco».
Pensa anche a rassegne di richiamo in questo senso? Modena forse con l'attuale mostra sull'Action Painting e con la prossima dedicata a Niccolo dell'Abate sta cambiando pelle. «Le esposizioni sono fondamentali, anche se questa attività necessita di un grande sforzo organizzativo e del concorso di molti. Io comunque ricordo con entusiasmo la curatela a Milano nel 2004 della mostra dedicata a Van Dyck e quelle romane su Tiziano (1995) e Gian Lorenzo Bernini (1998) nella quale il suo busto dell'Estense del duca Francesco I aveva il posto d'onore».
Lei per 10 anni ha diretto anche il laboratorio di restauro della Soprintendenza di Roma. «Certo, una struttura importante composta da circa 25-28 persone che ci ha permesso di effettuare restauri di grandi opere come la "Conversione di San Paolo" del Ca-ravaggio e "L'Amor sacro e amor profano" di Tiziano. La tutela è fondamentale per poi valorizzare le opere d'arte e anche la promozione e la comunicazione giocano un ruolo ineludibile». Nel darle il benvenuto a Modena va ricordato che il suo predecessore pare non abbia legato molto con la città, come attestano anche lettere e articoli pubblicati nei mesi scorsi dal nostro quotidiano: prima della sua nomina il ministro Giuliano Urbani ha telefonato alla Gazzetta per annunciare lo spostamento a Mantova di Trevisani. «Mi dispiace molto, io lo conosco come uno studioso molto competente e mi mette ora lei a conoscenza del "clima" che si era creato a Modena. Mi permetta di non esprimere pareri su un collega, avrò comunque il tempo di documentarmi appena avremo risolto la questione delle consegne».
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