Mostre boom, ma è una gimkana Conchita Sannino la Repubblica - cronaca Napoli 6/1/2005
Caravaggio, Pitloo, Schnabel e Gaudì. Squadra fortissima: peccato che dietro ci sia Napoli. Oltre duecentomila visitatori «per l'offerta artistica e culturale della Campania», annota la Regione. L'assessore al Turismo TeresaArmato giustamente conta i biglietti staccati, traccia un bilancio e decreta: è successo. Vero. Ma c'è dell'altro. Alcune di queste mostre sono belle e impossibili. Almeno nell'esperienza dei visitatori più ingenui. Tre esempi. Contraddizioni tratti dai libri grigi dei reclami che la Regione non dice. O da telefonate, lettere, racconti di protesta. Prima tappa, Caravaggio. Per godere dell'opera del "fosco Caravaggio " si sta in coda a Capodimonte mediamente due ore, oppure si atten- dono anche 15 minuti in attesa al telefono, collegati sulla linea verde che dovrebbe in teoria accoglierne le prenotazioni. Lo racconta Giuseppe Lubrano, medico in vacanza che ha dovuto «vedere i dipinti del Michelangelo da Merisi tutto in 25 minuti, perché sono entrato dopo la fila alle 18.40». E aggiunge: «Quando finalmente sono riuscito a mettermi in contatto con la operatrice al numero verde, mi è stato detto che il primo spazio libero era per domenica sera. E stavamo al martedì...». Identica, interminabile fila per le sorelle Paola e Simona Arenga, napoletane ormai trasferitesi (senza rimpianto) a Pisa: «Un solo sportello aperto, peccato. Ma perché non fare come a Bruxelles o Vienna, dopo i ticket si pagano all'ingresso del Parco, così nell'attesa puoi goderti il verde o il resto del museo?». Seconda tappa, Villa Pignatelli. Per riscoprire Pitloo, guai a non essere mattinieri: causa mancanza personale, l'accurata esposizione chiude alle 14, ogni pomeriggio si possono scorgere facce amare di oriundi o stranieri con gli occhi che strabuzzano verso l'alto, sul grande cartellone issato sulla facciata che indica recapiti e informazioni, ma pochissimi individuano i numeri. Per finire, alla Mostra d'Oltremare dove si possono ammirare le tele di Julian Schnabel, ovvero - binomio raro - esposizione di qualità in un contenitore affascinante, peraltro gratuitamente, «si può buttare via anche un'ora per capire qual è l'ingresso secondario da cui entrare, vergogna», ha scritto Francesco Santaniello. E anche altri adirati: sul libro delle presenze. Ma che fa. «Le mostre sono un successo, oltre 200mila visitatori», registra ieri la Regione. Vero. Si può avere un poker d'assi e trattarlo come carte? Succede, nella Napoli che implode di eventi non compiutamente rifiniti. Tant'è. Da dicembre ad oggi, boom di turisti per l'arte. In 1144mila e 700 hanno visto a Capodimonte "Caravaggio, ultimo tempo"; quasi 38mila gli amanti o i curiosi che hanno spulciato tra "l'Agonia e l'Estasi" di Damien Hirst al Museo Archeologico; mentre sono già 1909 gli appassionati del classico che si sono lasciati conquistare dalla carrellata su "Luci e colori del paesaggio " di Pitloo. A questi si aggiungono i bilanci positivi dei 14mila e 720 visitatori di "La ricerca della forma" di Gaudì, i 15mila visitatori di "Casa di re" alla Reggia di Caserta, o "I luoghi e i riti del mito" su Picasso a Salerno. In sintesi, «gli ottimi risultati degli eventi e dei siti culturali nel periodo festivo - sottolinea l'assessore Teresa Armato - sono un'ulteriore conferma della bontà delle nostre scelte. Rappresentano un riconoscimento concreto al lavoro che stiamo portando avanti, con grande convinzione e impegnando risorse e mezzi».
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