Quelle bighe nell’Essex Romeo Bassoli Il Messaggero 7/1/2005
Dai campi verde cristallo dell’Essex, nel sud est dell’Inghilterra, sono emersi i resti di quella che potrebbe essere la più grande pista di epoca romana per la corsa di bighe e carri trainati da cavalli, mai trovata fuori dall’Italia. La scoperta è avvenuta in una cittadina chiamata Colchester, la città britannica più antica di cui si abbia memoria scritta. I resti della pista romana, se saranno confermati come autentici, avranno un rilievo internazionale. Gli archeologi pensano che si tratti di una costruzione del secondo secolo dopo Cristo. La sua scoperta è avvenuta all’interno di altri scavi archeologici che riguardavano una antica guarnigione militare britannica. «Abbiamo trovato due fosse che contenevano due muri circolari - spiega Robert Masefield, direttore degli scavi archeologici - e dapprima abbiamo pensato si trattasse di un muro di un tempio. Ma poi abbiamo scoperto un terzo muro e un ingresso». A quel punto Phillip Crummy direttore del Colchester Archaeological Trust, ha suggerito che potesse trattarsi di una pista per le gare dei carri, la grande passione di tutto il mondo antico: dai greci che la praticavano ad Olimpia, ai romani che la riproponevano ovunque riuscivano a stabilirsi, agli stessi celti, che proprio nell’Inghilterra meridionale ne facevano un’occasione di confronto tra i guerrieri. «Così - continua Masefield - abbiamo misurato tutto, abbiamo preso il disegno della struttura che avevamo portato alla luce e l’abbiamo sovrapposto a quello di una pista per la corsa dei cavalli dell’epoca romana ritrovata in Spagna tempo fa. Ci siamo accorti che questi due luoghi avevano le misure quasi esatte: la differenza era di un solo metro in più per Colchester». Masefield sostiene che questo elemento e la somiglianza con una struttura simile rinvenuta parzialmente a Londra, rende la scoperta “abbastanza certa”. Colchester così accresce la sua fama di “libro di storia vivente” britannico. Del resto questa città ha un blasone di tutto rispetto. La menzionava già Plinio il Vecchio nell’anno 77 dopo Cristo. Lo storico e naturalista romano ne parlava a proposito di un saccheggio che la città avrebbe subito per mano di un esercito di celti guidato da Boadicea, una delle eroine dell’Età Antica della Gran Bretagna. Boadicea, regina della tribù celtica degli Iceni, guidò una disperata ribellione all’occupazione romana che perseguitava i Druidi e che aveva portato alla morte il suo sposo, il re Prasutagus. Alla conquista da parte dei romani, nel 43 avanti Cristo (sembra che l’imperatore Claudio sia entrato in città cavalcando un elefante) era diventata infatti la prima colonia in Britannia e la politica nei confronti dei celti non era stata tra le più amichevoli. E viceversa. La città era chiamata dai romani “Camulodunum”, la sintesi, secondo gli storici, dell’espressione “fortezza dedicata al dio celtico della guerra Camulo”. E in effetti Colchester è stata per lungo tempo un importante centro celtico, dominato dalla tribù dei Trinovantes, nota anche come “la tribù belga”.
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