Arezzo. Restaurano Vasari in diretta Alberto Pietrini Nazione Arezzo 20/10/2010
Lifting-evento tra i visitatori
Pala gigante in Comune: «biglietti» per finanziare l'intervento L’idea apre in sostanza le celebrazioni vasariane: Arezzo protagonista per i 500 anni dalla nascita La mostra. L'anno vasariano vedrà al centro la mostra nel museo di San Francesco: l'apertura ad aprile L'archivio. La grande speranza è che nel 2011 possa essere trovato un accordo per mettere in mostra le famose carte Chi lo dice che un capolavoro possa essere visitato solo dopo l'ultima carezza dei restauratori? Chi dice che la diretta debba valere solo per un centravanti o per un portiere? Chi lo dice sbaglia. Perché anche l'arte ha gli stessi diritti. E se li prende. Vasari per primo. Specie per il compleanno. Un compleanno a sorpresa. Tra qualche giorno una pala del grande pittore del '500 sarà trasferita in Comune. Al piano terra, lì dove per una lunga stagione la gente si metteva in coda per godersi il Leonardo della «Madonna dei Fusi». Sarà quella la sala operatoria dove il capolavoro si ritaglierà un futuro. E lì i visitatori sfileranno. Per ammirare lui, ma anche per ammirare le restauratrici al lavoro, sorta di chirurghi del colore. E' il colpo d'ala che sta per restituire in piena forma l'«Assunzione della Vergine e Santi»: una pala gigantesca, tre metri e 97 per due metri e 31. Un gioiello della chiesa di Sant'Agostino a Monte San Savino, presto in trasferta. In perfetta collaborazione tra i due comuni, quello di origine e quello del capoluogo. Uno ritroverà il dipinto al top, l'altro se lo infilerà all'occhiello per qualche mese. Una carezza all'arte, uno schiaffo alla crisi. Perché l'operazione parte quando ancora i soldi per completarla non ci sono o almeno non ci sono tutti. L'iniziativa serve anche a raccogliere le risorse necessarie al restauro. Anche se ci sono, certo, buone garanzie. Alcune imprese si sono già dette disponibili a dei buoni contributi. C'è un fondo dedicato al sostegno delle spese di restauro, predisposto dalla Fondazione Monnalisa Onlus. E c'è il «biglietto» dei visitatori: che poi non è un biglietto ma un contributo. Un contributo minimo di cinque euro, volendo di più. Ti godi le fasi del restauro e intanto lo finanzi. Come se ci fosse anche la tua firma in calce al dipinto, oltre a quella di Vasari. «1539»: Giorgio da buon cronista, era preciso. Anche se poi la stessa data dovrà passare al vaglio del restauro, che spesso qualche sorpresa la porta con sè. Una su tutte: recuperare la visione dell'opera. Che è carica di lacune. Anzi «sfarfallii» in termine tecnico: un po' come i baci tagliati e poi raccolti in Nuovo Cinema Paradiso. Qui i baci sono colori perduti e che il gruppo di restauro proverà a ricucire. Il gruppo «Ricerca», dietro al quale lavorano Paola Baldetti, Marzia Benini e Isabella Droandi. Un gruppo vincente: e se non ci credete tornate a vedervi la straordinaria Pala della Badia. L'hanno restaurata loro e per prime. Tornate a vederla prima che si ricongiunga alle dieci tavolette laterali, anche quelle in via di restauro. Vasari è in buone mani. E per i turisti si aprirà l'occasione più unica che rara di affacciarsi non su un quadro: ma su un film. Il film di un restauro. Un restauro sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza, e in particolare di Paola Refice, e la benedizione della Diocesi. Un film a lieto fine. Perché al termine l'opera sarà messa in mostra nel percorso vasariano: ma potrebbe anche scavalcare l'oceano per andare a conquistare non Hollywood ma gli appassionati americani. Con i suoi protagonisti e con il committente, rigorosamente rappresentato in un angolo della pala. Peccato non poterci mettere anche i finanziatori del restauro, visitatori in testa: ma i mecenati di oggi sono discreti. E le loro carezze restano anonime.
|