FINALE. Ulivi secolari salvi all'ultimo minuto 09/08/2010 IL SECOLO XIX
A sorpresa l'intervento di Podestà (Punta Est) che compra l'area perché non la si cementifichi
L'uliveto antico alle spalle del borgo di Finalpia, che conta 180 ulivi secolari e si trova in una zona vincolata dal punto di vista paesaggistico, è salvo e continuerà a produrre olio e prodotti orticoli: non lascerà il posto ad alberghi e case. Attilio Podestà, titolare del prestigioso Hotel Punta Est del Castelletto - noto ben oltre i confini finalesi - ha infatti acquistato l'antico uliveto dalla famiglia De Raymondi che l'aveva messo in vendita. Ed ha garantito, seppure con tutta la discrezione che lo caratterizza, che l'uliveto sarà integralmente preservato. «L'uliveto continuerà a produrre olio di oliva - si è limitato a dichiarare Podestà? e prodotti dell'orto, mantenendo la macchia verde che caratterizza la parte antica di Pia e che non può essere cancellata». Tramonta pertanto definitivamente il progetto urbanistico tanto contestato e che aveva portato ad una petizione con raccolta di oltre seicento firme da parte dei residenti, ma anche di tanti turisti. E tra di queste anche quella dello stesso Podestà. Un progetto che prevedeva la costruzione di un albergo e di una palazzina con box e servizi sportivi. Gli aderenti alla petizione, in coro, chiedevano di salvare l'uliveto, situato tra l'altro in una zona paesaggisticamente vincolata e che racchiuda alberi secolari e medioevali, muri a secco, e di archiviare definitivamente il progetto edilizio. Per ottenere questo scopo, oltre alla petizione, avevano inscenato nella scorsa primavera anche alcune clamorose manifestazioni con tanto di striscioni sotto gli ulivi. Era stata l'approvazione del Piano Attuativo del PUC, approvato lo scorso novembre dall'amministrazione Richeri a dare il via alla protesta: in esso, infatti, era prevista appunto la realizzazione all'interno dell'uliveto di un albergo quattro stelle, con un piccolo condominio, trentasei box interrati, un campo da tennis, una piscina e una nuova strada che avrebbe dovuto scendere dalle Manie. In poche parole, duemila e ottocento metri quadrati di nuove costruzioni e cemento al posto di un polmone verde. Era stato questo, quanto previsto secondo la linea del PUC, finalizzata a creare nuove strutture alberghiere di qualità, a preoccupare i residenti a tal punto da farli insorgere, ancor di più quando, tramite un ingegnere locale, la famiglia De Raymondi aveva presentato il progetto in questione e un'immobiliare lombarda si era detta interessata a realizzarlo. Gli effetti dell'operazione in termini di proposta erano stati dirompenti e avevano scatenato una vera e propria sollevazione popolare, a Finalpia. Venne infatti istituito un Comitato spontaneo per la difesa dell'antico uliveto, costituito da cittadini residenti nel borgo che avevano dato il via, lo scorso febbraio, alla raccolta firme. I primi giorni di maggio, al sindaco Flaminio Richeri, erano state presentate oltre 600 firme, precedute dall'invio di una relazione, corredata anche da foto, alla Sovrintendenza ai beni paesaggistici e ambientali per chiedere l'annullamento della previsione del Piano attuativo del PUC. Il motivo per cui i residenti, e gli ambientalisti soprattutto, non volevano andasse in porto l'operazione urbanistica era dovuto al fatto che l'uliveto è l'unico polmone verde rimasto integro anche dopo la cementificazione del rione avvenuta negli anni '60-'70. Diverso era il parere dell'amministrazione comunale che, invece, vedeva il progetto come un'opportunità di sviluppo non solo del settore turistico-ricettivo, ma anche occupazionale per la città e soprattutto per il rione di Pia. Ma perplessità riguardo il progetto, in effetti, erano state espresse anche dalla Sovrintendenza, perplessità che avevano fatto sperare in un blocco del progetto da parte degli strenui difensori dell'antico uliveto. E, lo scorso marzo, anche Legambiente Liguria aveva deciso di difendere l'antico uliveto. Ma una netta bocciatura del progetto era arrivata anche da parte dell'allora presidente dell'Unione provinciale Albergatori Angelo Galtieri che, allo scopo, era stato espressamente invitato dalla minoranza consigliare alla riunione della commissione urbanistica, presieduta dal consigliere di minoranza di "Siamo Finale" Antonio Pastorino. Galtieri aveva definito l'operazione come un errore storico che non può essere più commesso perché avrebbe depresso invece di valorizzare la struttura turistico-ricettiva e quindi l'intera economia turistica della zona. Se Attilio Podestà, uno degli albergatori storici finalesi, dall'inizio della vicenda fermamente contrario all'ipotesi della cancellazione dell'uliveto, non lo avesse acquistato, la previsione dell'albergo e della palazzina con servizi sportivi e box non sarebbe stata ostacolata dall'amministrazione comunale che la considerava un'opportunità per il rione e per l'intera città. Ora i residenti di Pia potranno stare tranquilli che non si andrà a toccare lo storico uliveto che è la caratteristica del borgo antico di Pia e un vero e proprio punto di riferimento per i suoi abitanti.
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