Baia Domizia, abbattimenti fermi Ora spuntano nuove ville abusive Pietro Falco CORRIERE DEL MEZZOGIORNO 6 ago 2010 Caserta
Viaggio sul litorale delle «favelas delle vacanze» dove erano iniziate le demolizioni. Ma da un anno è tutto fermo
BAIA DOMIZIA — Di una cosa va dato atto: sono laboriosi e infaticabili come una formica, e ostinati come un tarlo. Quando il 30 giugno dello scorso anno, al culmine di una pressante inchiesta condotta dal Corriere del Mezzogiorno, il Comune di Cellole — d’intesa con il settore Urbanistica della Regione Campania — aveva avviato gli abbattimenti nella "favela delle vacanze" sorta in località Pantano di Baia Domizia, ci fu chi tra i rappresentanti delle istituzioni parlò di «inizio di una nuova era» e «di ripristino della legalità». Parole giustificate, visto che si trattava di un segnale oggettivo di inversione di tendenza, rispetto ad un’inerzia ultradecennale delle istituzioni preposte, e ad un’assenza di controlli aveva favorito la nascita di una vera e propria cittadella dell’abusivismo a sole poche centinaia di metri dal centro della più importante località balneare della provincia. Lavori completati Mancano solo porte e finestre, ma la casa è praticamente conclusa e dotata di tetto
Da allora sono trascorsi 13 mesi, ma sembra passato un secolo. Ad oggi, infatti, le demolizioni completate sono solo 17, a fronte di migliaia di edifici abusivi esistenti. E per di più gli abbattimenti sono fermi da febbraio. L’attività degli abusivi, invece, è ripresa e funziona a pieno ritmo. Basta fare un giro lungo la strada che dell’anonimato un residente di Baia Domizia— per tutta la primavera abbiamo assistito ad un continuo viavai di camion che trasportavano materiale edilizio. L’estate scorsa, con l’avvio degli abbattimenti, il clima sembrava cambiato. Ma poi, a distanza di qualche mese, evidentemente hanno ripreso coraggio».
Sicché oggi, avventurandosi nel labirinto di viottoli che attraversa quella lunga striscia di terra che da Baia Felice arriva alla foce del Garigliano, si potrebbero scoprire chissà quanti edifici appena sorti. D’altro canto i segnali provenienti da Roma, con le voci ricorrenti su nuovi condoni edilizi, ed addirittura i disegni di legge più volte presentati in parlamento negli ultimi mesi, anche per sospendere le demolizioni, di certo non hanno favorito il clima di rigore che pareva essersi ricreato. Ed in Regione è cambiato il dirigente del settore Urbanistica: il nuovo governo di centrodestra, infatti, ha ritenuto di non rinnovare il contratto in scadenza a Bartolomeo Sciannimanica, che era stato il principale promotore dell’iniziativa di ripristino della legalità. dalla Domiziana conduce al centro di Baia, per rendersene conto.
Ad esempio, subito dopo la doppia curva ad "S", a nemmeno due metri dalla carreggiata, troneggia lo scheletro di un manufatto. Sulla lamiera che circonda il cantiere, un cartello che segnala l’autorizzazione per «lavori di manutenzione straordinaria». Come riferisce gente del luogo, infatti, in quel punto c’era un manufatto preesistente. E’ stato eseguito un «abbattimento e ricostruzione»: un intervento espressamente vietato dal vincolo della legge Galasso, che insiste su tutta l’area a ovest della Domiziana e che impone non solo inedificabilità, ma anche l’immodificabilità dello stato dei luoghi.
Poche centinaia di metri più avanti, nascosti almeno in parte da una fitta vegetazione, riconosciamo i due prefabbricati che furono sottoposti a sequestro lo scorso anno, dopo che una delle puntate dell’inchiesta aveva evidenziato — con documentazione fotografica — i lavori in corso. Ieri quegli edifici brulicavano di vita: dal ciglio dell’arteria stradale, distante un centinaio di metri, si individuavano diverse persone presenti nel "giardino" recintato. «Non si tratta di casi sporadici — ci assicura con garanzia
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