52 appartamenti abusivi nei boschi della Valle d’Itria 05/08/2010 - 08:32
TARANTO — Sequestrato a Martina Franca dalle guardie forestali un progetto edilizio abusivo che prevedeva la costruzione di 52 appartamenti. Quando le forze dell’ordine sono arrivate per mettere i sigilli, le ruspe avevano già fatto scempio di tre ettari di bosco di querce ed altre essenze autoctone. MARTINA FRANCA — Gli agenti del Corpo forestale dello Stato hanno individuato e sequestrato a Martina Franca un progetto edilizio abusivo che prevedeva la costruzione di 52 appartamenti. Quando le forze dell’ordine sono arrivate per mettere i sigilli, le ruspe avevano già fatto scempio di tre ettari di bosco dove alloggiavano antiche querce ed altre essenze autoctone. Anche gli escavatori avevano compiuto il loro lavoro tracciando in profondità le fondamenta per due corpi di fabbrica separati per una volumetria di oltre diciassettemila metri cubi di tufi e cemento. Tutto illegittimo, secondo la Procura della Repubblica di Taranto che ha autorizzato il Corpo forestale e il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Taranto a bloccare il cantiere sorto in una zona boschiva della Valle d’Itria sottoposta a vincoli.
Un grosso investimento del valore di circa cinque milioni di euro che gli uffici competenti del comune di Martina Franca avevano regolarmente autorizzato con il rilascio di un permesso a costruire senza il preventivo nulla osta sul vincolo paesaggistico. «Atti previsti per legge, propedeutici al rilascio di qualsivoglia autorizzazione», sostiene la magistratura che ha iscritto sul registro degli indagati tre persone: il proprietario del progetto, il direttore dei lavori e il dirigente tecnico del Comune che ha firmato il nulla osta. I reati che gli si contestano a vario titolo sono quelli di concorso in abuso d’ufficio per aver provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale e soppressione e distruzione di area boschiva. Dal punto di vista paesaggistico, la superficie in questione, oltre ad essere area boscata, è sottoposta a restrizioni di segnalazione architettonico-archeologiche come zona trulli così anche codificata nel Piano urbanistico territoriale tematico paesaggio (Putt/p) della Regione Puglia. L’area boschiva interessata fa parte di un complesso vegetativo che si estende per oltre 30.000 metri quadrati ricco di essenze arboree miste tra le tipiche del luogo. Inoltre confina con il Sito di importanza comunitaria (Sic) denominat o « Murgi a Sud-Est».
L’intervento tempestivo della forestale ha impedito che lo scempio fosse portato a termine. Gli investigatori del Comando stazione forestale di Martina Franca, diretti dal sovrintendente Sante Lucarella, autori di lunghe e complesse indagini, hanno appurato che il lotto in questione situato in località Montetullio-Gemma, ricadeva all’interno di un Piano di zona per l’edilizia economica e popolare decaduto per decorrenza dei termini di validità. Dopo oltre venti anni di non utilizzo per tale scopo, i proprietari dei suoli ne avevano rivendicato il possesso progettando i due palazzoni illegittimamente autorizzati, secondo la magistratura, dal responsabile dell’Ufficio tecnico comunale. Una «svista», se così si può definire, dovuta ad una situazione urbanistica molto particolare del comune della Valle d’Itria dove nonostante le diffide della Regione Puglia e l’intervento di un commissario ad acta (che a sua volta ha demandato tutto alla Regione), non si è ancora riusciti, dopo dieci anni dall’approvazione del Piano urbanistico territoriale tematico, ad adeguare lo strumento urbanistico a quanto prescritto da quelle stesse norme.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno http://www.lavocedimanduria.it/news/provinciali/52-appartamenti-abusivi-nei-boschi-della-valle-ditria-20100805.html
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