TOSCANA PIOMBINO. «La malattia del mattone anche su Baratti» GIOVEDÌ, 05 AGOSTO 2010 il tirreno - ELBA
Il Comitato per Campiglia: un albergo stravolgerebbe il sito Preoccupazioni per il piano particolareggiato proposto dal Comune di Piombino
Si dice preoccupato il presidente del Comitato per Campiglia, Alberto Primi, per dell’eventualità che il “Casone” di Baratti possa essere trasformato in un albergo, così come si prospetta nel nuovo piano particolareggiato del Comune di Piombino. «Non vorremmo ritrovarci - dice Primi - di fronte a modifiche degli edifici in contrasto con il restauro conservativo che l’Amministrazione dichiara di volere imporre». Il Comitato si dice anche molto perplesso sulla fattibilità economica dell’intervento. «Non vorremmo trovarci ad un certo punto di fronte a pressioni della proprietà per aumentare il numero dei posti letto dimostrando che l’attività è in perdita», aggiunge il Comitato per Campiglia. «L’altro aspetto preoccupante che vediamo nella proposta - aggiunge il presidente - è la trasformazione degli spazi esterni di pertinenza al “Casone”. E’ illusorio immaginare una struttura alberghiera che non abbia bisogno di parcheggi e di strada di accesso privata. Tutto questo comporta recinzioni e sistemazioni a verde, illuminazioni esterne. In altre parole la trasformazione in albergo comporterebbe inevitabilmente una trasformazione di quei campi vuoti che digradano al mare e che incastonano con il mare. Si andrebbe così verso la distruzione di un contesto storico, culturale e paesaggistico unico». Primi si rivolge al sindaco Anselmi: «Lei stesso si è mosso a suo tempo perchè venisse riconosciuto il valore di Baratti dall’Unesco. Le chiediamo dunque che il progetto presentato dalla proprietà, contestualmente a quello del Comune per Baratti, sia fatto conoscere alla cittadinanza prima ancora che si avvii l’iter di approvazione». Il Comitato fa riferimento anche alle previsioni sul futuro della scuola di vela a Baratti. «Siamo assolutamente contrari al consolidamento di fatto di quello che c’è. Si tratta di ruderi e manufatti in parte precari o volumi tecnici in disuso che dovrebbero essere tutti demoliti e non consolidati con il trasferimento dei loro volumi in un unico nuovo edificio. L’ipotesi ventilata sui giornali di trasferirci il centro velico di Piombino, di costruire un edificio nuovo e di non escludere l’idea di un ostello è scandalosa, completamente in linea con la malattia del mattone che affligge gli amministratori locali e distruttiva di un paesaggio di valore grandissimo».
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