La sfida dei totem pubblicitari Giantomaso de Matteis la Repubblica - cronaca Napoli 20/6/2004
«Rimuovete immediatamente le colonne pubblicitarie in prossimità di vie e piazze storiche o in prossimità di palazzi e monumenti d'arte». L'imperativo viene dalla Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali ed è diretto all'indirizzo di Palazzo San Giacomo, sede dell'amministrazione comunale. E proprio lì vicino, tra piazza Municipio e la fontana di via Medina, di quelle colonne ce ne sono ben due. «Rimuoveteli», ordina il numero uno della Soprintendenza. Un ordine caduto nel silenzio. Perché sono passati quattro mesi e i "totem" informatutto sono rimasti lì dove erano stati installati. In aree di interesse storico, vicino a palazzi e chiese. Non si è mossa foglia, nonostante la minuta (oggetto: installazione di colonne pubblicitarie) è stata spedita a Palazzo San Giacomo in data 23 marzo al sindaco Rosa Russo Iervolino e all'assessore comunale alla Mobilità e Sicurezza Luca Esposito. «Questa soprintendenza», si legge nel documento, «comunica di aver accertato in strade e piazze di notevole interesse storico e paesaggistico l'installazione non autorizzata di numerose colonne pubblicitarie che con la loro presenza ne alterano il contesto». Leggi e codice alla mano, il soprintendente Enrico Guglielmo elenca le violazioni. E scrive che è vietato «collocare e affiggere cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nei luoghi di interesse storico e artistico, salvo autorizzazione ... »; che «lungo le strade e in prossimità di edifici o di luoghi di interesse storico e antico è vietato collocare e affiggere manifesti o altri mezzi di pubblicità, salvo autorizzazione e previo parere favorevole della Soprintentenza...»: che «nell'ambito e in prossimità dei beni ambientali è vietato collocare cartelli e altri mezzi pubblicitari se non previa autorizzazione della Regione...». Violazioni, tante: sul fondamento di decreti legge e decreti legislativi. Le cui sanzioni sono state rafforzate nel "nuovo codice". Infine, il cuore del "dispositivo": «si chiede a codesta amministrazione l'immediata rimozione delle colonne pubblicitarie che ricadono nelle aree rientranti suddette e in prossimità di edifici storici». E infine: «Si resta in attesa di urgenti assicurazioni per evitare che codesta Soprintendenza sia costretta ad adottare i provvedi- menti di cui agli articoli 133 e 165 del decreto legislativo 490/99». Che prevedono sanzioni amministrative e l'esecuzione d'ufficio. Firmato: il responsabile del procedimento Paola Bovier e il soprintendente Enrico Guglielmo. Ma i "totem" sono ancora lì: nel centro storico, accanto a ville e funicolari, da via Toledo al Vomero. Non solo "chiacchierati", e secondo alcuni, "antiestetici": ma dannosi. Come quello di via Scarlatti: bloccò l'intervento dei vigili del fuoco durante l'incendio del negozio "Candido", a via Scarlatti. Il sindaco Rosa Russo Iervolino promise di rimuoverlo. E' ancora lì. E' dal febbraio scorso che quelle colonne, alcuni delle quali ora dichiarate "abusive" dalla Soprintendenza, sono spuntate in tutta la città. Se ne contano circa 150. Furono commissionate dal comune alla società Jolly, la stessa dei nuovi tabelloni pubblicitari che tante polemiche hanno sollevato per alcune collocazioni inopportune. Sono firmate, come i tabelloni, da Alessandro Mendini. Uno dei primi fu installato a piazza Vittoria, davanti all'ingresso della villa comunale. Nuovo arredo urbano, fu la sintesi dell'assessore Luca Esposito. La società Jolly si fece carico di realizzare, oltre alle 150 colonne "totem", 102 quadri informativi per messaggi istituzionali, 20 chioschi in marmo, 250 paline pluriuso, 100 orologi, 500 transenne e 600 cestini portarifiuti, 200 panchine.
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