Appia prigioniera degli abusi. Da oggi via alle demolizioni, ecco i primi quindici scempi CARLO ALBERTO BUCCI VENERDÌ, 04 SETTEMBRE 2009 LA REPUBBLICA - Roma
Piscine, parcheggi e ville saranno abbattuti dopo l´intesa tra XI Municipio, Regione e Soprintendenza. Il Comune: "Illegalità irrilevanti" Dopo la demolizione a luglio nella villa di Gaucci, oggi ritornano in azione le ruspe anti abusivismo nel parco dell´Appia Antica. Quindici gli scempi che nei prossimi mesi saranno demoliti. In azione il team formato da Ente Parco, squadra antiabusivismo della Regione, vigili dell´XI municipio e archeologi della Soprintendenza statale. Nel mirino piscine in ville e centri sportivi, mega parcheggi, capannoni e ampliamenti di fabbricati, persino una strada scavata illegalmente nel verde. Per il Comune si tratta invece di «abusi irrilevanti». Intervista all´assessore regionale Montino che sprona Alemanno: «Più impegno per l´ambiente».
CARLO ALBERTO BUCCI All´aria il grosso parcheggio costruito illegalmente due anni fa nella villa sull´Appia antica che fu di Silvana Mangano. Giù la tettoia abusiva installata in cima a un grande bar. In polvere anche l´ampliamento costruito addosso al salone, la piscina in cemento armato, la strada scavata nel verde: tre scempi in altrettante ville che si trovano nell´area più vincolata e più martoriata d´Italia. Ossia la Regina viarum: 3.500 ettari di natura, templi, tombe romane; e ben 2.500 abusi edilizi. Ora però sono una quindicina le demolizioni che, eliminati tutti i possibili riscorsi, a partire da oggi saranno eseguite lungo il tracciato dell´Appia antica, accanto a quello della Nuova, su via dell´Almone o sull´Ardeatina. Sono circa 50 però le pratiche di demolizione in via di completamento, in una campagna di salvaguardia e ripristino mai vista prima tra le bellezze antiche salvate grazie ad Antonio Cederna. Nella lista ci sono anche intere case o piscine dentro lussuosi centri sportivi. Ma quando Andrea Catarci, l´uomo di Sinistra e libertà che guida l´XI municipio, su cui si trova la maggior parte del parco archeologico, ha chiesto all´assessore comunale all´Urbanistica, Marco Corsini, i fondi per le demolizioni, si è sentito rispondere (il 24 luglio): «Si tratta di fatti di trascurabile importanza». Certo, niente ecomostri tipo Punta Perotti o Fuenti. Ma in questa zona senza autorizzazione non si può montare neanche un gazebo. E chi lo fa ugualmente, spera sempre che dalla tela e dal legno, grazie a condoni o "piani casa", si possa passare poi a mattoni, putrelle, cemento. «Le "piccole" demolizioni, come balconi o tettoie, sono le più difficili» rivela Massimo Miglio, a capo della squadra antiabusivismo regionale che è stata chiamata in causa dall´XI municipio dopo il «no» del Campidoglio. Ma la Regione Lazio ha ora coinvolto nel team anche la Soprintendenza. E oggi ci saranno anche gli archeologi dello Stato a seguire i primi abbattimenti. «Non è fatto di sole demolizioni il nostro piano» spiega Catarci, illustrando il "Progetto di salvaguardia della legalità e della qualità ambientale nel Parco regionale dell´Appia antica e delle zone limitrofe comprese nell´XI municipio". «Ma di controllo e tutela di un territorio che, grazie alle sue bellezze, deve diventare anche una ricchezza economica». Per il suo vice, Alberto Attanasio, assessore pd all´Urbanistica, «le demolizioni, più che le condanne, hanno una grande efficacia come deterrente». Alcune volte, però, la scoperta del capannone o dell´ampliamento arriva quando l´abuso è già costruito. «In questi casi - sottolinea Miglio - si può applicare l´articolo 31 del testo unico che prevede l´acquisizione del fabbricato e fino a dieci volte la superficie del suo sedime». |