ROMA - Metro C, catalogo dei tesori nascosti CARLO ALBERTO BUCCI SABATO, 08 MARZO 2008 LA REPUBBLICA - Roma
Tanti i reperti avvistati nel corso dei cantieri. Quasi tutto viene ricoperto
La terra ha restituito un bellissimo Zeus d´età adrianea, già affidato alle cure dei restauratori in vista di una mostra e del convegno sui ritrovamenti grazie alla Metro C.
Ma quintali di terra hanno già ricoperto i resti del laboratorio del marmista che lavorò la testa del dio e che è stato rinvenuto da Rossella Rea vicino a via Sannio, dove non verrà aperto più lo scavo della stazione San Giovanni. E sono almeno due e mezzo i metri di terra, «probabilmente pieni di materiale antico», pressati sotto i resti di una residenza privata dell´età di Adriano che l´archeologa Fedora Filippi ha scoperto durante le indagini per la fermata della Chiesa Nuova, la stessa stazione per realizzare la quale sono stati portati alla luce un mosaico pavimentale policromo di una dimora tardo antica (via Sora) e l´altro pavimento musivo di una domus sotto piazza Cesarini Sforza.
Sono solo alcuni dei tesori dell´antica Roma che - finita la "fase uno" delle indagini e iniziata la procedura per scendere più a fondo piazzando le paratie che proteggono i cantieri dai rischi della falda acquifera ma che significheranno lo smontaggio e il trasloco di molti reperti e setti murari - la Soprintendenza archeologica di Roma ha presentato ieri. Tra foto, grafici e relazioni, anche gli scavi che hanno fermato la talpa di Roma Metropolitane; perché, ad esempio, «i resti del porticus Boni eventus, trovati nel sondaggio di Sant´Andrea della Valle, appartengono a un edificio di carattere monumentale che non poteva essere toccato», ha specificato la Filippi a proposito dello scavo previsto per la stazione "Argentina", anch´essa cassata dal progetto perché impossibile in una piazza così ricca di storia. Ma se la nuova stazione Colosseo sarà costruita intorno ai ruderi dei contrafforti d´età neroniana sopravvissuti alle demolizioni per la vecchia fermata della B, perdite consistenti si avranno certamente a piazza Venezia. Lì deve passare il "pozzo centrale". «Ed è in quel punto che, giunti alla fase di attuazione del progetto», ha sottolineato Bottini, «dovremo consegnare un vuoto alle scavatrici». Gli archeologi, guidati da Roberto Egidi, non sanno esattamente cosa troveranno quando, scendendo altri sei metri dopo gli otto già scavati, scaveranno sotto i resti rinascimentali, medievali, l´antica Flaminia e il lastricato in pietra gabina di età repubblicana. Quale che siano i ritrovamenti, a piazza Venezia dovrà essere creato un vuoto per la talpa. Anche perché l´uscita a fianco del Vittoriano è stata scartata dal ministero. La scavatrice avrebbe messo in crisi la stabilità dell´Altare della Patria.
|