Piano urbanistico di Recco, ora indaga la magistratura Francesca Forleo Il Secolo XIX - 03 marzo 2008
Il sindaco: «Ho serenità e fiducia. In ogni caso il Puc si può cambiare»
«Il piano urbanistico dovrà necessariamente tornare all’attualità di questa amministrazione, ma anche della prossima. Non si tratta di uno strumento rigido, ma flessibile». Mentre la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta penale sul piano urbanistico del suo Comune - adottato l’agosto scorso, dopo sette anni di passaggi burocratici - il sindaco di Recco, Gianluca Buccilli, poco si cura dell’indagine stessa e guarda già oltre.
«È giusto tenere conto delle sensibilità ambientali che si sono sviluppate negli ultimi anni - dice - non escludo una revisione, ovviamente in senso restrittivo, di questo piano che era stato messo a punto nel 2000».
Sullo specifico dell’inchiesta aperta dal pubblico ministero genovese Maura Macciò, in seguito a un’esposto del presidente di Italia Nostra, Federico Valerio, presentato l’estate scorsa dall’avvocato Pietro Bogliolo, Buccilli si dice tranquillo: «Ho fiducia nella magistratura ma, anche, nel fatto che prima di essere adottato dal Comune, il piano è passato attraverso l’approvazione della Regione, una volta, e della Provincia, due volte, rispettando tutti i passaggi previsti dalla legge. Non vedo quali reati si possano trovare in uno strumento approvato da tre amministrazioni. Se poi c’è il dubbio che dietro al Puc ci siano altri tipi di reati, come interessi privati in atti pubblici, mi limiterò a ripetere quello che dico sempre: a Recco possiedo solo la terra del mio giardino. Per eventuali interessi di altri, non posso rispondere».
Ai tempi in cui era stato presentato l’esposto, l’assessore all’urbanistica Giuseppe Rotunno, aveva dichiarato: «Nel votare il Puc siamo stati più realisti del re. Un consigliere che ha uno zio interessato da un progetto, non ha votato. In tutto si sono astenute quattro persone. Siamo sicuri di avere fatto le cose a norma». Buccilli entra anche più nel dettaglio dei punti che gli vengono contestati da Italia Nostra.
«È vero che non chiedemmo il permesso alla Sovrintendenza per eseguire la manutenzione del ponte medievale di San Rocco, ma fu una svista. Non è vero che il ponte non era asfaltato e non aveva la ringhiera. Era così dagli anni Cinquanta». Ma, intanto, la Procura di Genova indaga e, per questo, nei mesi scorsi ha delegato la polizia provinciale di assumere dal Comune di Recco tutta la documentazione relativa al Puc. In modo da valutare se, effettivamente, nel piano siano contenuti reati di tipo urbanistico e paesaggistico.
«Mi pare una bella contraddizione delegare gli atti alla polizia provinciale dopo che la Provincia stessa ha approvato due volte il nostro Puc», chiosa il sindaco. Quattromila e duecento cinquanta metri quadrati di zone collinari edificabili, poi le grandi lottizzazioni che, con i piani cosiddetti “norma” riguardano l’ex area artigianale dell’Iml, il piazzale del parcheggio Coop, via Speroni, e la zona a mare con i silos. Sono questi i punti contestati su cui sta indagando la Procura genovese dopo l’esposto di Italia Nostra. A sua volta, l’esposto presentato a luglio dall’associazione seguiva altri ricorsi sulla trasformazione di via del Pianello, sulla Villa Ansaldo e su tutta la collina di Megli.
|