PIEMONTE - TORINO: Renzo Piano scrive a Chiamparino: "ecco come si vedrà il grattacielo" 01 novembre 2007, la Repubblica - TORINO
Piano scrive a Chiamparino e invia 4 elaborazioni: "La cartolina del comitato del no è un falso: la torre non deturperà lo skyline" "Caro Sergio, ecco come si vedrà il grattacielo" Il grattacielo "che ho progettato per Intesa San Paolo non deturperà Torino, le elaborazioni che hanno presentato gli oppositori sono un falso". L´architetto Renzo Piano ha scritto una lettera al sindaco Chiamparino allegando anche quattro schizzi (www. torino. repubblica.it). Il Comitato del no, a sua volta, ha elaborato un lungo documento in cui si spiega che lo scontro non è ideologico ma riguarda la sostenibilità del progetto della torre.
Nuovo documento dal gruppo di oppositori: "Neanche noi vogliamo uno scontro ideologico" I dubbi della Cerutti MARINA PAGLIERI
"Caro Sergio, mi dispiace molto che gli oppositori del nostro progetto abbiano presentato una documentazione ingannevole. La cartolina è un falso, la torre appare due volte più alta e due volte più grande». Inizia così la lettera scritta da Renzo Piano al sindaco Chiamparino, in cui il progettista si dice amareggiato per le polemiche avviate in città e ribadisce che il suo grattacielo non rovinerà lo skyline di Torino. Non si tratta, ovviamente, di un volume pieno - continua - come è stato invece rappresentato dagli oppositori». Piano allega alcuni documenti, tra questi una planimetria con le posizioni della Mole, della torre Intesa San Paolo e dell´edificio adiacente, la vista della torre dal Monte dei Cappuccini e alcuni schizzi, in cui il confronto tra la Mole e il grattacielo avviene alla distanza reale di 2,4 chilometri. E promette al più presto documenti più precisi. Ma non finisce qui la polemica sul grattacielo previsto vicino alla nuova Porta Susa, più di 200 metri di altezza per 350 milioni di spesa investiti dal gruppo Intesa San Paolo, avviata dopo la presentazione venerdì scorso del progetto nell´ambito della mostra in corso a Palazzo Madama, che presenta anche i modelli degli altri grattacieli in concorso. Polemica fattasi rovente dopo la pubblicazione su "Repubblica" della cartolina elaborata dal comitato "Non grattiamo il cielo di Torino", che confrontava appunto Mole e Torre Intesa. E che oppone nettamente due fronti e che ha visto tra i contrari firme eccellenti, dall´architetto Paolo Pejrone, al docente di Progettazione al Politecnico di Milano Piero Derossi, al meteorologo Luca Mercalli, all´ex sindaco Diego Novelli. Paolo Hutter, tra i coordinatori del comitato per il no, ha elaborato una nuova cartolina e con un gruppo di altri aderenti - dai docenti Giorgio Faraggiana e Guido Mantovani, all´ambientalista Emilio Soave - ha elaborato un documento. Concordano, i sottoscrittori, che la discussione non debba essere ideologica, ma ribadiscono le convinzioni già più volte esposte: «La domanda a cui si vuole rispondere è se la città ha bisogno di un grattacielo di circa 200 metri per concentrare 50mila mq di uffici per 3mila impiegati» si legge. E ancora, riferendosi a un´area assai disuguale sul piano architettonica, quella appunto della Spina, si afferma che «avrebbe senso avviare una paziente opera di ricucitura, con attenzione agli spazi verdi, di relazione, ai percorsi pedonali e ai servizi, piuttosto che concentrare in un solo luogo funzioni e spazi». Polemiche arrivano anche dal consiglio comunale. Ieri la capogruppo di Sinistra democratica Monica Cerutti si è chiesta se la costruzione del grattacielo, su cui è critico anche uno dei padri del Piano regolatore, Vittorio Gregotti, sia necessaria alla città: «I bozzetti di Renzo Piano non spostano al questione - afferma. - Resta la questione dell´impatto complessivo, non solo paesaggistico, senza essere a priori contrari ai grattacieli in modo ideologico». Luca Cassano, capogruppo di Rifondazione comunista: «Noi non siamo spaventati e non siamo nemmeno per le guerre di religione. Per noi il grattacielo non è il male assoluto come non è il bene assoluto. A Milano non sarebbe un problema costruire un grattacielo in più, mentre a Torino si tratta di una rivoluzione epocale. Ma al momento non abbiamo avuto risposte chiare. Ad esempio vogliamo avere certezze occupazionali del gruppo». Andrea Giorgis, capogruppo dellUlivo, cerca di buttare acqua sul fuoco: «Gli schizzi di Piano servono a fare chiarezza e contribuiscono ad aprire un dibattito serio. In questo senso non dimentichiamoci che il grattacielo non sarà una struttura del tutto privata. L´ultimo piano, quello dal quale si potrà ammirare Torino, dotato di ristorante e giardino, sarà accessibile da tutti i cittadini. Questo dovrebbe contribuire a far percepire il grattacielo come un´opera della città e non solo di un privato. Un luogo pubblico». Si attendono le nuove puntate di un dibattito che per ora non accenna a placarsi.
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