Maderno. Palazzo Gonzaga il restauro è più vicino Attilio Mazza Bresciaoggi 29/8/2007
Palazzo Gonzaga di Maderno, o meglio ciò che resta dell'antica dimora di delizie realizzata sulla riva del lago di Garda dai duchi di Mantova, potrebbe tornare a nuova vita. Dopo la messa in sicurezza da parte della proprietà, che ha dovuto risanare i danni del terremoto del 2004, l'amministrazione comunale di Toscolano Maderno sarebbe disposta a effettuare il completo restauro. «È una possibilità che stiamo valutando con i proprietari -conferma il sindaco di Toscolano Paolo Elena -. Saremmo infatti disponibili a effettuare il completo restauro dell'edificio che si affaccia sullo slargo dietro la chiesa di Sant'Andrea, in cambio di annualità di locazione. Spero che l'operazione possa maturare prima dell'autunno». L'edificio verrebbe aperto al pubblico. «Non potrebbe essere altrimenti - sottolinea Elena -, Si tratta di un monumento storico, memoria di secoli lontani quando i Gonzaga fecero edificare, erano i primi anni del Seicento, una sontuosa dimora collegata con il Serraglio sulla collina. Si favoleggia che dovrebbe ancora esistere la galleria che collegava il palazzo con l'edificio collinare. Nel febbraio del 1921 il sindaco dell'allora Comune di Maderno, Giovanni Battista Bianchi, avrebbe voluto donare il Serraglio a Gabriele d'Annunzio, appena approdato sul Garda dopo la vicenda fiumana, per farne un santuario dell'italianità. Il poeta, dopo aver tergiversato, non accettò il dono e optò per villa Cargnacco di Gardone Riviera, dove poi avviò la fabbrica delVittoriale». Da definire la destinazione dell'immobile. «I saloni al piano superiore sono interessanti anche per l'apparato decorativo - osserva il sindaco -. Vi si potrebbero allestire mostre, organizzare conferenze». L'intervento di recupero andrebbe a chiudere un altra pagina della storia di palazzo Gonzaga, scandita da progressive distruzioni. «Nel 1819 - ricorda a questo proposito il primo cittadino -, quanto era rimasto dello storico edificio venne quasi interamente demolito dal proprietario Ghiselli il quale, scrivono gli storici, forse a causa dell'infermità mentale lo distrasse per due terzi, pietra su pietra, alla ricerca di un immaginario tesoro nascosto. Nell'androne rimasto si vede ancora lo stemma dei Gonzaga, una testimonianza preziosa». Operazione Serraglio. Per quanto riguarda la destinazione del Serraglio? «Vogliamo affidare villa e parco all'Università degli studi di Milano, dipartimento di Botanica, già presente a Toscolano - annuncia il sindaco -. Il Comune ha siglato molti anni fa una convenzione con i ricercatori milanesi per l'orto botanico sperimentale Ghirardi e per la coltivazione di piante medicinali utili alla cura delle malattie del cuore. La villa necessita di un buon restauro, mentre il parco è abbastanza in ordine». Il progetto è già approdato in consiglio comunale. «Il parco di circa 20 mila metri quadri -entra nei dettagli il sindaco -, è adatto a particolari osservazioni. Diversa la situazione dell'edificio del Serraglio che necessita di un intervento di restauro. Sarebbe un'ottima sede per corsi estivi, come avviene a Gargnano. Ma c'è un problema di disponibilità economica. Il Comune potrebbe studiare anche la possibilità di concorrere al finanziamento necessario per il restauro della villa». I vantaggi della trasformazione in questa direzione? «Innanzitutto la riqualificazione del patrimonio e l'uso funzionale di un edificio che ha, dicevamo, una storia importante -spiega Elena -; in secondo luogo verrebbe attuato un costante monitoraggio scientifico del parco, a garanzia della sua conservazione. Infine non va trascurato l'indotto sull'economia locale». Per accelerare l'operazione, il sindaco ha già fissato un appuntamento con i vertici dell'ateneo milanese.
Dai fasti secenteschi alla «rovina» del Ghiselli L'antica Maderno venne frequentata dai Gonzaga già alla fine del Quattrocento. La celebre Isabella d'Este, andata in sposa a soli sedici anni a Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, vi arrivava per mangiare i fichi nella casa del parroco di Toscolano. E probabilmente accompagnò in barca Andrea Mantegna, grande artista che volle alla sua corte, per comprare capitelli, lapidi e colonne romane da riprodurre nei suoi affreschi e nelle sue tele. I Gonzaga intorno al 1606, con Vincenzo I, scelsero Maderno per costruirvi un'importante dimora di piacere dotata di ampi giardini. Il progetto fu affidato al pittore architetto Antonio Maria Viani e successivamente a Francesco Geffels. Il parco si estendeva per quasi tutto il promontorio di Maderno ed era ricco di alberi da frutta, di aranci cedri, cipressi. Vincenzo I non riuscì a vedere la conclusione dei lavori. La proprietà passò a Francesco IV e pochi anni dopo a Carlo II che nel 1656 acquistò anche il convento dei Padri Serviti di San Pietro e il parco del Serraglio sulla collina, così chiamato perché circondato da alte mura che impedivano l'accesso a chiunque. Il serraglio venne ricostruito nel 1660 e collegato al cosiddetto Palazzo nuovo con una galleria sotterranea che permetteva al duca di spostarsi al riparo ripara degli occhi indiscreti. Il figlio, Ferdinando Carlo II, continuò frequentare le dimore di Maderno e non fu da meno del padre nel gioco e nei vizi: il clamore delle vicende amorose del genitore nelle case di piacere lacustri avevano suscitato scandalo alla corte d'Austria, tra i familiari della moglie. La fine delle dimore madernesi iniziò 1718 allorché passate a Leopoldo I, duca di Lorena, questi le donò e in parte le vendette al conte Saverio de Villio di Desenzano. Nel 1819 i resti del palazzo furono acquistati dal dottor Ghiselli il quale ne fece demolire due terzi nella speranza di trovarvi un favoleggiato tesoro. Quasi nulla è rimasto della bellezza del palazzo secentesco; un reperto significativo è lo stemma di marmo che si vede nell'androne dell'edificio superstite. Miglior sorte toccò al Serraglio e al parco che ancora si ammira, mentre la palazzina subì le ingiurie del tempo, adattata a nuovi usi e ristrutturata in diverse epoche.
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