La denuncia di Settis. Con il silenzio-assenso via libera allo scempio Il Tirreno, 12/9/2006
ROMA. Con Prodi rispunta «impudicamente scopiazzata dal peggior Tremonti d'annata l'idea sgangherata e perversa del silenzio-assenso in materia di Beni Culturali». In un lungo articolo su Repubblica, Salvatore Settis, direttore della Normale di Pisa e presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, si scaglia contro il disegno di legge presentato il 5 settembre dal ministro della Funzione Pubblica Nicolais. Settis aveva lottato contro il silenzio-assenso sui Beni Culturali già nella scorsa legislatura. E alla fine, il governo Berlusconi, scrive, «dovette fare marcia indietro», con l'esclusione dal silenzio-assenso dagli atti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico. Oggi Settis torna a denunciare il silenzio-assenso proposto da Nicolais: nel suo ddl, se la risposta alla autocertificazione di un costruttore non giunge entro il termine di 90 giorni dalla richiesta, questa si intende accolta. Anche se comporta la distruzione di un'area archeologica o di un paesaggio. Diverse le reazioni all'intervento del direttore della Normale. Il primo a commentare è stato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, che ha dichiarato: «IL silenzio-assenso sui beni culturali è stato uno scempio del precedente Governo, da non rivisitare in alcuna sua forma». Realacci ha annunciato un'interrogazione parlamentare a Nicolais e Rutelli. Gli ha dato man forte il senatore Francesco Ferrante, capogruppo dell'Ulivo in Commissione Ambiente: «Sarebbe veramente grave - ha detto - se il governo di centro-sinistra finisse per riproporre un principio che rischia di provocare danni irrevocabili al patrimonio del nostro Paese». Anche il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli ha precisato che «i Verdi continueranno a battersi per contrastare norme che mettano in pericolo il patrimonio paesaggistico». L'Ufficio Stampa del Ministero per i Beni Culturali ha definito premature, anche se appropriate, le considerazioni di Settis aggiungendo che il ddl «non è stato neppure esaminato nel pre-Consiglio dei Ministri» ed è già stata trasmessa una nota con la posizione contraria del Ministero.
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