Cagliari. "No ai tapis roulant a Castello" ENNIO NERI Il Sardegna, 7 settembre 2006
Meccanizzazione. Pugno duro di residenti e ambientalisti contro l'intervento avveniristico sulle mura. I comitati annunciano battaglia. "La Regione blocchi subito il piano: siamo pronti ad incatenarci in via Cammino Nuovo".
"Ci aspettiamo novità dalla Regione, altrimenti siamo pronti alla lotta". E' un'altra via Manzoni quella che hanno in mente i comitati rionali e ambientalisti. Il progetto "parcheggi di scambio e trasporto meccanizzato nel centro storico" proprio non lo digeriscono. Dicono no ai tapis roulant (impattanti e inutili dato che ci sono gli ascensori), al ristorante sul rivellino e alla bocca del parcheggio di Via santa margherita (enorme). E contestano anche il multipiano. E ieri nell'assemblea circoscrizionale aperta ai residenti sul futuro del centro storico non hanno certo dimenticato di ribadirlo. Teatro Civico preso d'assalto da un centinaio di persone, tra politici e gente comune. Apre il dibattito il presidente della circoscrizione Gianfranco Carboni, denunciando le difficoltà dei quattro antichi rioni. "Non sono un mistero la fuga dei giocìvani, il decadimento del commercio e le tante palazzine sfitte", attacca Carboni, "come i rifiuti ovunque e una Ztl disomogenea. Il tutto condito da poco verde e pochi impianti sportivi. Occorre pensare il centro in chiave universitaria e di rilanciarlo attraverso una pedonalizzazione seria e un sistema tecnologico di ritiro dei rifiuti". Palla dunque al tema caldo. La meccanizzazione. Vanno giù duri i consiglieri. "Non condividiamo propositi e obiettivi", spiega Guido Portoghese, che si chiede "a che servono i tapis roulant con tutti quegli ascensori". Mentre Enrico Murgia teorizza l'assurdità di un progetto "privo di valutazione di impatto ambientale". Ancora più forte l'opposizione dei comitati. "Siamo contrari a tutto il progetto", esclama Paola Morittu, del Comitato per la difesa di Castello, "impattante, inutile e non rispondente alle esigenze dei cittadini. Prima faremo delle osservazioni scritte alla relazione, poi saremo disposti a tutto, anche a legarci a Via del Cammino Nuovo, se sarà necessario. Tuttavia", conclude, "speriamo che la Regione si accorga di quanto sia inutile e dannoso e lo blocchi". Mentre le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico mettono in evidenza le difficoltà di gestione. "Pur nella migliore e difficilmente verificabile ipotesi di ricavi, permarrebbe un disavanzo gestionale pari a ben 117.000 euro annui", evidenzia il presidente Stefano Deliperi. Sempre gli ambientalisti ricordano il vincolo paesaggistico che tutela il centro di Cagliari, definito, anche secondo il piano paesaggistico regionale 'bene con valenza storico-culturale' e che impedisce interventi di questo tipo. E se la gente chiede pulizia, sicurezza, l'ufficio postale e il rilancio del commercio, il presidente della Provincia Graziano Milia "riallocato in Castello, a Palazzo Regio", è intervenuto ribadendo il ruolo fondamentale del centro storico e "spiegando che non è certo il turismo che manca a Castello". Ora domani il consiglio circoscrizionale di Castello dovrà esprimersi con un voto sull'intero progetto. Poi si attenderà la valutazione di impatto ambientale della Regione. Quindi potrebbero esserci le modifiche. E al Comune anche nella maggioranza sembrano aprirsi spiragli in tal senso. Sarà comunque decisiva, secondo molti, la mobilitazione dei comitati.
Ada Lai difende il progetto. No compatto della sinistra.
A difendere il piano comunale con la presenza c'era l'assessore alla cultura Pellegrini e il suo collega alle politiche sociali Vargiu. Mentre a difendere il Comune con la 'comunicazione', stuzzicata da Milia che le chiedeva se parlasse da dirigente o movimentista, l'intervento della dirigente comunale Ada Lai. "Chi ha viaggiato sa bene che i turisti vogliono raggiungere le rocche della città", spiega, "ci sono punti che possono essere rivisti. Ma la città va vissuta". L'opposizione, dopo anni di esitazione, sul piano si sta ricompattando. "Sono contrario a tutto il progetto", ha detto Massimo Zedda, Ulivo. "Troppi soldi per un'opera che l'utenza stessa non considera come prioritaria".
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