Soprintendenze contro Comune Alessandra Sallemi Nuova Sardegna Cagliari, 21/04/2006
Dopo la sentenza al Tar che ha imposto agli enti di trovare l'accordo per liberare l'anfiteatro
Santoni: «Devo valutare le posizioni da assumere»
CAGLIARI. Il soprintendente ai Beni monumentali, Gabriele Tola, è fuori e ancora non ha avuto modo di affrontare la nuova situazione burocratico-amministrativa dell'anfiteatro provocata dalla sentenza del Tar che di fatto invita le parti ad accordarsi per togliere le tribune. Il soprintendente ai Beni archeologici Vincenzo Santoni deve valutare le posizioni da assumere nei confronti del Comune e questo succederà di concerto con l'avvocatura dello Stato. Il soprintendente regionale Paolo Scarpellini deve stare a guardare ma si dichiara pronto a proporre anche lui una bozza di accordo se quelle circolate di recente non riuscissero a produrre l'effetto ufficialmente desiderato: porre fine alla sepoltura del più importante monumento di Roma imperiale isolano giunto fino al nostro tempo. Infine il dubbio: se il Comune non riesce a convincere i soprintendenti a eliminare il meno possibile, ricorrerà al Consiglio di Stato? Secondo Scarpellini si tratta di accordarsi sulle parti da togliere ma anche di trovare una soluzione per la frequentazione del teatro in occasione degli spettacoli estivi. A giudizio della soprintendenza ai Beni monumentali le tribune installate con i fondi del Giubileo erano state autorizzate esclusivamente perché non si trattava di un'opera definitiva. Inoltre, dal carteggio di questi anni risulterebbe che le due soprintendenze, quando videro il progetto, non trovarono traccia del secondo e terzo anello e autorizzarono i lavori nella platea, nel parco e in una sola fila di tribune. Gli ambientalisti di Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra intervengono dopo la sentenza del Tar per portare un ulteriore contributo: dopo cinque anni un nullaosta paesaggistico «perde efficacia» e resta in piedi soltanto se arriva un nuovo provvedimento. Quindi «dal dicembre 2003 l'allestimento ligneo non sarebbe autorizzato sul piano paesaggistico». Nelle prossime settimane si dovrà chiarire un aspetto: come mai a febbraio soprintendente ai Beni monumentali e Comune avevano cominciato a trovare una sintonia su un'ipotesi e poi, pochi giorni prima dell'udienza del 29 marzo, la bozza di progetto mandata dal Comune era differente. La prima ipotesi prevedeva che venissero levati il secondo e il terzo anello dalla gradinata per installarli di nuovo nella parte cava del teatro così da riformare il semicerchio perduto nei secoli dell'anfiteatro. L'intesa riguardava anche il numero di spettatori: non più di un migliaio. Un'ulteriore possibilità non considerata in febbraio ma che da più parti si chiedere di rispolverare è il progetto Malgarise: l'architetto veneto vent'anni fa proponeva di allestire un teatro di legno nello spazio tra il monumento e l'Orto Botanico, di illuminare adeguatamente l'anfiteatro romano e di tenerlo però al riparo dal calpestìo degli spettatori per aprirlo alle visite con orari e percorsi di sicurezza. Quel progetto presentava alcuni problemi di accesso, ma secondo alcuni tecnici andrebbe riconsiderato: teneva al riparo il monumento, lo valorizzava, gli spettatori estivi della lirica potevano entrare in un teatro dal panorama straordinario ma senza in alcun modo intaccare il monumento romano. Neppure i più accesi sostenitori della polemica contro le tribune di legno sull'anfiteatro hanno mai negato la necessità di cercare spazi all'aperto per gli spettacoli estivi. Alcuni, poi, hanno ammesso la possibilità di continuare ad andare all'anfiteatro ma con un carico di spettatori di gran lunga inferiore a quello possibile sulle tribune (5 mila e 500). Per una municipalità alle soglie delle elezioni è un pessimo problema. Il candidato del centrosinistra Gian Mario Selis denuncia lo scempio fatto per piantare quei tubi di metallo: si perforò la roccia del monumento rovinandola. E' per questo che l'anfiteatro, secondo Selis, «è un nuovo Poetto».
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