MANTOVA: Opere pubbliche, aperto il dibattito. La Margherita: giusto eliminare i progetti di Porta Mulina e Palazzo del Podestà 31-10-05, pag. 9, Cronaca di Mantova
30-10-05, pag. 10, Cronaca
Il no del comitato ministeriale: vantaggi solo per le imprese
Il project financing è uno strumento che consente di mettere insieme pubblico e privato per la realizzazione di grandi opere pubbliche. Con reciproci vantaggi. In pratica, il privato anticipa le risorse necessarie a realizzare strade o a ristrutturare immobili che un Comune non avrebbe subito a disposizione. In cambio, rientra con la gestione dell’infrastruttura. Questo consente di procedere speditamente, evitando lungaggini burocratiche legate agli appalti pubblici. Il Comune di Mantova ha chiesto un parere al Comitato interministeriale per la programmazione economica-unità tecnica di finanza di progetto sui tre project financing dello stadio, di palazzo Podestà e di Porta Mulina. «Emergono perplessità - è stata la risposta del 19 ottobre - in merito alla possibilità di qualificare correttamente come realizzati secondo lo schema della finanza di progetto gli interventi relativi alla ristrutturazione di palazzo Podestà e alla realizzazione dei nuovi uffici comunali. Entrambi i procedimenti evidenziano una assenza di trasferimento del rischio di gestione sul soggetto privato (futuro concessionario)». L’unità tecnica ha anche messo in risalto «alcune incongruenze sul piano economico-finanziaro». Per quanto riguarda lo stadio, l’Unità tecnica non ha evidenziato problemi.
Ds e Sdi ora sollecitano un confronto sugli obiettivi della giunta
L’eliminazione dal piano opere pubbliche del Comune di due project financing su tre (quelli di Porta Mulina e del Palazzo del Podestà), salvando solo il nuovo stadio, viene definita dalla Margherita «un’operazione di buon senso». Soddisfatto anche il gruppo Uniti dell’Ulivo (i 4 consiglieri diessini di stretta osservanza brioniana). Preoccupati, invece, il capogruppo dei Ds, Giorgio Maglia e quello dello Sdi, Paolo Gianolio, che auspicano a breve un confronto nella maggioranza sugli obiettivi della giunta. Sulle strategie di governo, dunque, l’Ulivo ha pareri differenti. «Io - dice Maglia - difendo lo strumento del project financing come opportunità offerto ai Comuni per realizzare le grandi opere, alla luce del patto di stabilità e dell’esiguità delle risorse a disposizione. Detto questo, concordo sul fatto che Palazzo del Podestà venga ristrutturato: però, l’amministrazione deve dire chiaramente quali sono le risorse che utilizzerà. Per ora abbiamo saputo qualcosa, ma troppo poco, solo dalla Gazzetta. Per quanto riguarda Porta Mulina, il piano non può essere cancellato con un tratto di penna e, dal punto di vista ambientale e architettonico, ritengo importante l’indicazione della vecchia giunta di concentrare tutti gli uffici comunali in un unico edificio. E poi - conclude - prima di cancellare i grandi progetti sarebbe bene discuterne seriamente con tutta la maggioranza». Il socialista Gianolio auspica «un confronto con tutte le forze della maggioranza, in cui l’amministrazione spieghi i motivi per cui ha ritenuto di cancellare quei piani. Se io sono d’accordo? Lo dirò solo quando mi avranno chiarito tutti i punti. E poi, io penso che non si tratti solo di cancellare qualcosa ma anche di proporre scelte alternative: è su questo che, spero, verterà il confronto». La cancellazione dei due project financing è, per Doriano Piva di Uniti nell’Ulivo, «un atto dovuto, visti i soldi che avrebbe dovuto sborsare il Comune». E aggiunge: «Su Porta Mulina non sono mai stato d’accordo e, dunque, ben venga la decisione di eliminare il progetto. Per quanto riguarda Palazzo del Podestà, concordo sul fatto che questo nostro gioiello vada restaurato; non è giusto, però, che il privato vi partecipi senza mettere nulla: se vuole essere della partita metta la sua parte». Piva condivide la scelta di «salvare» il nuovo stadio fuori città: «In questo modo - dice - i commercianti e i residenti nella zona del Martelli non avranno più problemi quando il Mantova giocherà in casa». Per Daniela Colturani, capogruppo della Margherita, «letta così sulla Gazzetta, l’operazione della giunta sui project financing mi pare di buon senso. Un’operazione in perdita fatta con un privato non mi sembra, infatti, il massimo. Ho qualche dubbio, invece, sul metodo utilizzato: credo che sarebbe stato meglio coinvolgere il consiglio comunale».
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