Mantova: le carte in tavola per la prova decisiva Enrico Grazioli 30-10-05, pag. 1, Prima Pagina
I l dado è tratto: il piano triennale delle opere pubbliche stilato dalla giunta comunale di Mantova, che la Gazzetta anticipa oggi, segna il vero debutto politico-amministrativo del governo Brioni. E costituirà, di pari passo con il bilancio di previsione 2006, il banco di prova decisivo in sede di consiglio comunale per la vincitrice delle elezioni 2005. Dei maxi-progetti ereditati dalla giunta precedente e imperniati sulla formula del project financing resta in piedi a tutto tondo solo il nuovo stadio, con la conseguente ridestinazione di un boccone pregiato di città: quello occupato da decenni dal vetusto e quasi commovente Martelli, giusto a fianco della meraviglia di palazzo Te. Va in soffitta la mega-torre di Porta Mulina che avrebbe accorpato tutti gli uffici comunali, cambiano i modi e probabilmente gli obiettivi con cui mettere mano a Palazzo del Podestà. Per svoltare, dopo che il consiglio comunale aveva già espresso nei mesi scorsi un primo pronunciamento favorevole sui progetti, Brioni e il fido Battù presentano insieme alle proprie motivazioni la pezza giustificativa del Comitato interministeriale per la programmazione economica. Un organismo tecnico (non politico) che ha sottolineato lo scarso rischio d’impresa e i troppi vantaggi per il privato coinvolto nell’operazione. Nelle intenzioni di fondo della giunta par di capire l’intenzione di riscrivere la classifica delle priorità per Mantova: viabilità, scuole, interventi sui quartieri, patrimonio storico-culturale (vedi teatro Bibiena) prima delle “grandi opere” per le quali chi ci governa ritiene di non dover ingessare i bilanci, né stringere patti che vadano al di là del proprio documentato interesse. Niente colpi ad effetto, nessun traguardo altisonante ma un’attenzione specifica ad alcuni dei molti nodi irrisolti della vivibilità quotidiana. Un volo radente, altro che pindarico, sui problemi della città. Un approccio diverso rispetto al recente passato: forse un po’ minimalista, molto prudente e altrettanto concreto, ma non per questo rinunciatario. Coraggio il sindaco Brioni ne ha dimostrato anche questa volta perché sa benissimo che questa linea avrebbe bisogno di un sostegno politico molto più robusto di quello di cui in realtà lei dispone oggi: in consiglio comunale e nei corridoi dei partiti. Vedremo nelle prossime settimane, quelle del confronto o dello scontro, se avrà la forza e lo spessore per convincere la sua coalizione che un grande futuro (o se non altro un domani migliore) lo si può costruire anche attraverso piccoli passi; che lo sviluppo lo si può stimolare solo se lo si può sostenere. Le carte, ora, sono sul tavolo.
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