MANTOVA: «Piani urbanistici e culturali da confermare» 07-05-05, pag. 12, gazzetta di mantova
I 6 diessini dettano le condizioni per tornare in aula: va garantita la continuità
Non cercano nuove elezioni, ma un nuovo accordo su programmi e assetti di giunta che garantisca la continuità con la precedente amministrazione. I sei consiglieri dei Ds che, con due colleghi della Margherita, hanno fatto saltare l’insediamento del nuovo consiglio comunale, respingono le accuse di «sgarbo alla città» rivolte loro in aula dal sindaco. E puntano il dito contro il segretario provinciale della Quercia Carra e la stessa Brioni: «Hanno trattato con tutte le forze dell’Ulivo, del centrosinistra e di Rifondazione la composizione della giunta - dicono i sei - ma non hanno mai voluto confrontarsi con noi se non a giochi fatti. Il sindaco ha preferito cercare e ottenere l’appoggio del Prc e poi, senza risultato del centrodestra, snaturando il risultato delle elezioni». I sei, «e non chiamateci ribelli», spiegano le motivazioni del loro gesto «forte e sofferto». Nella sala dei gruppi consiliari in via Roma Giovanni Buvoli, Mara Gazzoni, Giorgio Maglia, Albertino Montresor, Francesco Agrì e Maurizio Vasori raccontano la loro verità. «La nostra azione politica - premette Maglia - intende far valere un mandato che ci viene dagli elettori: siamo o no la maggioranza del gruppo Ds?». L’ex assessore continua ricordando che il gruppo ha sempre ricercato il confronto «per definire le linee programmatiche della giunta», ma «sia da parte di Carra che della Brioni non vi è mai stata la volontà di confrontarsi con noi». «Ci hanno sbattuto la porta in faccia» precisa con una metafora a tinte forte la Gazzoni. «Non intendiamo rovesciare sul Comune un problema di partito - avverte Maglia - perché la ricerca dell’unità è un fatto istituzionale visto che solo l’unità può garantire la stabilità di governo. Ed è per questo che, piuttosto di trascinare una situazione che non garantisce nessuno, abbiamo deciso di compiere un gesto forte che costringa tutti ad aprire un confronto serio, con lo scopo di raggiungere un accordo sui programmi, che devono rappresentare la continuità con l’esperienza precedente, e sugli uomini della giunta chiamati a portarli avanti». E’, insomma, solo una battaglia per riavere in giunta Montanari e per ottenere la garanzia che i project financing con i privati, come Mulina e il nuovo stadio, e i piani urbanistici come strada Cipata, saranno portati a termine, quella che i sei stanno combattendo? «Non esiste una battaglia per una persona - risponde Maglia -, esiste una battaglia politica per confermare un metodo di lavoro che ha caratterizzato la precedente esperienza amministrativa e per confermare un programma di governo, che non è solo basato sui piani urbanistici ma anche, per esempio, sulle politiche culturali. Comunque, i grandi progetti non sono blindati. E poi - aggiunge - se c’è un giudizio positivo sull’esperienza della giunta Burchiellaro, elogiata anche dai dirigenti nazionali dei Ds, toccava al segretario Carra valorizzarla. Perchè chi è stato più degli altri protagonista di quell’esperienza non è stato preso in considerazione per un reincarico, e nemmeno proposto per esperienze di pari dignità utili non al singolo ma alla collettività?». A Maglia e a Montresor non piace il nuovo assessore all’urbanistica Battù, successore di Montanari: «Adesso dice che non è d’accordo con i project financing ma quando era in giunta con Burchiellaro li ha approvati, tranne quello di Palazzo del Podestà». E Montresor: «Se si vuole realizzare delle opere pubbliche costose bisogna ricorrere alla sinergia con i privati. Del resto, come farà Battù a costruire la ciclabile per Angeli senza gli oneri di urbanizzazione del piano di Belfiore? Io, comunque, sono fiducioso e dico che non si può buttare il bambino con l’acqua sporca». «Non ci sono solo le grandi opere sul tappeto - ammonisce Buvoli -, ci sono anche gli strumenti di gestione privatistica come Aspef, Tea e Asi che danno benefici al settore pubblico. Cosa si vuole fare?». E adesso, cosa succederà? «Mi auguro - risponde la Gazzoni - che nei prossimi giorni si affronti serenamente la situazione nelle istituzioni, aprendo un ragionamento all’interno dei Ds. Io sono fiduciosa che si possa chiudere questo triste capitolo. Non ne facciamo una questione di poltrone, se fosse stato così l’altra sera saremmo venuti in aula visto che ci avevano offerto di tutto». «Non spetta a noi trovare delle soluzioni - aggiunge Maglia - ma al sindaco e al segretario Ds. A questo punto, però, devono intervenire i livelli nazionali del nostro partito. Il sindaco, dal canto suo, deve riconoscere il ruolo dei gruppi consiliari e con loro discutere di programmi e di uomini che li dovranno portare avanti. Una soluzione positiva è possibile». Montresor: «Se ci saranno le condizioni, sono pronto ad andare in aula a fare la battaglia». E rassicura i mantovani: «Non è nostra intenzione andare ad elezioni anticipate perchè abbiamo troppo rispetto degli elettori». Chiude Vasori: «Non possiamo dimenticare che la Brioni l’8 dicembre concordò con noi l’assessorato alla cultura a Maglia e il 10 lo diede a Chiaventi».
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