Cacciari frena sul Moses: ecco i progetti alternativi Marisa Fumagalli CORRIERE DELLA SERA, 25 luglio 2006
Il sindaco: voglio che siano chiare le ragioni del ripensamento. Venezia, documento della giunta con “soluzioni meno costose”
IL COSTO DELL'OPERA Il Mose costerà 4,2 miliardi di euro Sono stati già finanziati 1,198 miliardi e, di questi, 910 sono stati già spesi
VENEZIA — «A me interessa soprattutto che vengano chiariti i motivi del ripensamento. Che le mie osservazioni sul Mose siano messe nero su bianco — dice Massimo Cacciai! —. Poi, decida il governo il da farsi». Il prossimo governo, viste le imminenti elezioni. Il sindaco di Venezia pare comunque soddisfatto per aver incassato il parere unanime della Giunta sul documento sulla salvaguardia, nel quale il primo cittadino non risparmia critiche al progetto del Mose, suggerendone anche la revisione, sulla base dì studi alternativi: un ventaglio di proposte, con soluzioni più semplici, meno impattanti e meno costose,- per la difesa della città dalle acque alte. Ma il Mose — la cui «taumaturgica» parola con annesse polemiche accompagna veneziani (e non) da qualche decennio — non è già in fase di cantiere? «Le opere complementari e gli interventi propedeutici sono conclusi — spiegano i dirigenti del Consorzio Venezia Nuova —. Ora siamo alla struttura vera e propria. Il 21 per cento della costruzione è realizzato». Tutto da buttare? No. Nelle parole del sindaco, la soluzione alternativa dovrebbe essere «compatibile con l'avanzamento dei lavori». I numeri del Consorzio: costo dell'opera 4,2 miliardi di euro; finanziati 1,198 miliardi e di questi impegnati o già spesi 910. «Ma c'è dell'altro. Si prevede che i costi di gestione saranno enormi — sottolinea Laura Fincato, assessore all'Ambiente —. I quattrini per Venezia verranno interamente prosciugati dal Mose. Occorre riflettere anche su questo. A proposito delle questioni tecniche, invece, andrei più cauta. Ho detto sì all'ordine del giorno del sindaco: ma non sono così sicura che i suoi esperti abbiano più argomenti rispetto a quelli del Consorzio». La storia del Mose assomiglia al Monopoli: arrivati a una certa casella, si torna al punto di partenza. È vero che Massimo Cacciali non ha mai mostrato grande entusiasmo per il progetto delle paratìe mobili (molti ricordano la sua vecchia battuta «C'è l'acqua alta? Veneziani, mettetevi gli stivali»), pur nell’alternarsi di caute aperture. Al Consorzio Venezia Nuova, per esempio, si sostiene che, durante l'ultima campagna elettorale (quella che vide la sfida tra il pm Casson e il filosofo, gli amici-nemici), Cacciari tenesse un atteggiamento interlocutorio; ora il sindaco sembrerebbe più critico. Motivi di opportunità politica? «In verità, Massimo ha sempre nutrito molti dubbi», nota Paolo Costa, ex sindaco di Venezia, fautore dichiarato del Mose. Aggiunge: «Il progetto fu approvato definitivamente, con l'aggiunta di una serie di prescrizioni, sancite dal Consiglio comunale nell'aprile del 2003. Che non mettevano in discussione il Mose. Indicavano piuttosto interventi complementari, vincolanti. Mi sfugge il senso della Commissione istituita da Cacciari, composta da persone contro. Per fare che? I progetti alternativi andavano valutati in passato, non oggi. Se l'obiettivo finale è quello di introdurre qualche miglioramento, sta bene. Se si tratta di arrestare l'opera, allora è una follia». Continua Costa: «Non sono neppure d'accordo sulla questione dei finanziamenti. Gli stessi quattrini erogati per un grande progetto, certo non verrebbero stanziati per altro. Penso, al contrario, che il Mose potrebbe fare da traino anche economico». Conclude, con un monito: «Non si sacrifichino alla politica gli interessi della città».
COME SALVARE VENEZIA La giunta di Massimo Cacciari ha prodotto un'ordine del giorno sul tema della salvaguardia di Venezia e della sua laguna che prospetta soluzioni alternative al Mose e compatibili con lo stato di avanzamento dei lavori
Che cos’è il “Mose” Il Mose, Modulo Sperimentale Elettromeccanico, è un sistema di paratoie mobili pensate per difendere Venezia dall’acqua alta chiudento temporaneamente le tre bocche di porto (Lido, Malamocco e Chioggia). Il progetto, che comprende anche la creazione di scogliere e il rialzo delle rive, dovrebbe chiudersi nel 2011-2012 Come funziona Le paratoie alle tre bocche di porto della laguna si sollevano quando è prevista una marea superiore ai 110 cm. E ne bloccano il flusso
LE ALTERNATIVE PARATOIE A GRAVITA' Paratoie non fisse ma affondate, che invece di alzarsi contro la corrente sono girate dalla parte opposta e si fanno «tirare su». La loro presenza è stagionale PERLA Una nuova stazione marittima galleggiante alla Bocca del Lido la libererebbe dal vincolo portuale: si stima di abbassare ii livello della marea di 20 centimetri ARCA Bocche chiuse con cassoni autoaffondanti i lungi 120 metri ancorati a pali temporanei, prevede chiusure diverse a seconda i dei livelli di marea DOGE Al posto di elementi metallici, si pensa a un «salsicciotto» di gomma che si gonfi di aria o acqua: è formato da numerosi moduli e consente ampia «flessibilità di chiusura» NAVI PORTA Con l'alta marea le navi, che all'inizio dell'inverno vengono disposte perpendicolarmente all'apertura della bocca, ruotano intorno a «piloni-stipiti” fissati che le affondano SERVIZI TECNICI Bocca del Lido attrezzata con paratoia e una diga di 10 km a metà laguna, che isolerebbe Venezia e a difende anche dall'inquinamento di Porto Marghera
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