Prima promozione per il piano paesaggistico Umberto Aime 13 gennaio 2006
CAGLIARI. Da Capoterra a Teulada: cosa c’è di meglio? Nulla. Mare azzurro, sabbia-farina, porti, green: qui vuole comprare Tronchetti Provera, è proprietario Roberto Colaninno, costruiscono due architetti di Padova e le multinazionali cercano terreni edificabili. È un Eldorado, per il mondo del mattone. Lo è anche per il piano paesaggistico della Regione, che ha diviso questa rasoiata di costa in due ambiti. Ieri la presentazione uffciale. Da una parte l’assessore regionale Gian Valerio Sanna, dall’altra sei sindaci. Nel giorno della seconda presentazione ufficiale del Piano, non ci sono state defezioni. Chi doveva contestare, il sindaco di Teulada, s’è presentato senza scimiottare il voltafaccia di Cagliari. Chi voleva fare i complimenti alla Regione, ottimo lavoro, ha scelto parole sobrie, senza essere tifoso per appartenza di partito. Da Teulada Giovanni Albai è partito con una ventina di righe dattiloscritte, le ha lette d’un fiato, senza mai alzare lo sguardo dal foglietto di condanna. Condanna per il Piano paesaggistico: «Non può piacere alla mia gente — ha detto — perché impone vincoli esagerati a una comunità da sempre rispettosa dell’ambiente». Giovanni Albai è stato il primo sindaco a intervenire dopo che l’assessore Sanna aveva ripresentato la filosofia del Piano senza avere, questa volta, il governatore al suo fianco. La Regione aveva ridetto che “sul territorio non saranno più permessi gli affari del passato”, e il sindaco di Teulada ha replicato: «Questo va bene per quei comuni che ieri hanno devastato l’ambiente, ma non può essere imposto a un Comume virtuoso». Virtuoso perché è uno dei diciassette in Sardegna ad aver il piano urbanistico, perché “ha sempre tenuto lontani gli speculatori” senza “dimenticare lo schiaffo quotidiano che subiamo ogni giorno dalle servitù militari”. A Giovanni Albai questo Piano non può piacere: «Noi chiediamo alla Regione di non scipparci l’autonomia e la speranza in un futuro diverso dalle solite divise grigioverdi». Il sindaco che contesta ha parlato cinque minuti, il tempo previsto dal regolamento della concertazione, la replica dell’assessore Sanna è stata più lunga, ma lui era il padrone di casa, anche se poi s’è scusato: «Non vogliamo tagliare fuori i comuni — ha detto Sanna — siamo qui per concertare la gestione integrata del territorio ed evitare che sulla nostra terra continui l’anarchia del passato». Gli altri quattro sindaci convocati non hanno contestato. Giorgio Marongiu, Capoterra, s’è detto soddisfatto meno che “sul futuro della statale 195, per noi è una disgrazia ma il Piano dice: deve restare una due corsie e questo sarebbe disastroso per lo sviluppo”. Salvatore Mattana , Sarroch, del Piano potrà parlare anche in Consiglio regionale, siede nei banchi diessini, ma da sindaco ha fatto sapere che “il vincolo dei due chilometri è troppo profondo, per un comune impegnato a ritagliare un’area industriale sempre più vasta a ridosso della raffineria”. Matteo Muntoni, Villa San Pietro, s’è detto soddisfatto ma ha sollevato un caso che ritornerà spesso nelle prossime riunioni: «Credo che la Regione abbialavorato su mappe vecchie, nella realtà le aree di rispetto sono cambiate ed ecco perché da oggi in poi serve maggior dialogo con gli uffici tecnici comunali». Walter Cabasino, Pula, ha detto: «Dal Piano ci aspettiamo molto ma il confronto dev’essere più diretto prima delle mappe definitivi». Pierluigi Cabras, Domusdemaria, era atteso: lui è il sindaco delle dune di Chia, oggetto del desiderio da più parti: «Noi le abbiamo sempre difese, le montagne di sabbia, ma abbiamo concesso anche le licenze a chi voleva costruire nel rispetto delle leggi. Questo vuol dire che la programmazione del territorio dev’essere ragionata, non passionale e tanto meno oltranzista». Al secondo incontro, il Piano è stato promosso: cinque a uno. |