"Via le parabole dai tetti di Roma è troppo anche una per palazzo" CARLO ALBERTO BUCCI 30-DIC-2005 La Repubblica, Roma
Il direttore dei Beni culturali. E Bonelli: "Ora la legge sull'elettrosmog"
ANCHE una sola antenna "per palazzo è troppo”. L'ideale sarebbe percorrere la strada della trasmissione delle immagini televisive attraverso la fibra ottica. Mail traguardo è ancora lontano». Con questi argomenti Luciano Marchetti, direttore regionale dei Beni culturali, rilancia il tema dell'invasione di antenne sui tetti di Roma, i vecchi tralicci più le nuove parabole, denunciata l'altro ieri da Italia Nostra e dall'architetto Paolo Portoghesi sulle pagine di Repubblica. E ripresa ieri dall'assessore comunale ai Lavori pubblici, Giancarlo D'Alessandro, che ha ipotizzato un provvedimento per obbligare i condomìni a mettere un'unica antenna per tutti gli inquilini. «Abbiamo sempre cercato, purtroppo inutilmente, di ottenere almeno la centralizzata -spiega Marchetti, dal 2004 al vertice della struttura delle soprintendenze statali che si occupano della tutela della Capitale e del Lazio - ma indubbiamente la soluzione è nella banda larga, come la Telecom aveva iniziato a fare». Tra vecchie e nuove antenne, lo skyline capitolino è «sconvolto da una sorta di ricca capigliatura, una vera piaga per il paesaggio urbano», ìnsistel'ingegnere. Che, nella lotta alla proliferazione di riceventi sui tetti, si sente come un gigante dalle mani legate: «La soprintendenza fa opera di controllo ma può porre il veto solo sui palazzi sottoposti a vincolo. Per il resto - conclude Marchetti - cerchiamo di consigliare soluzioni che mimetizzino la bruttura. E interveniamo sulle concessioni che altri enti rilasciano quando non riteniamo siano compatibili con la salvaguardia del paesaggio», la cui cura è affidata alle Regioni. Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, è convinto che la soluzione sia in una legge statale. «Sì - spiega - perché norme e regolamenti comunali sono soggetti ai ricorsi, ricordati dall'assessore Di Carlo (ieri ndr), da parte dei singoli cittadini che fanno leva sul diritto d'informazione. Ci vuole invece una legge dello Stato che obblighi gli amministratori dei condomini a fare impiantare l'antenna centralizzata. E a porre così fine, a Roma come nelle altre città d'arte, allo scempio provocato dalla mancanza di pianificazione». Sul fronte ambientalista il Coordinamento dei comitati romani contro l'elettrosmog che, per voce di Giuseppe Teodoro, sottolinea: «Anche i tralicci e i ripetitori di telefonia mobile, circa 1500 a Roma, deturpano il paesaggio urbano, oltre a rappresentare un pericolo elettromagnetico per la salute». La risposta arriva dall'assessore regionale all'Ambiente, Angelo Bonelli: «Anche per quel che riguarda l'impatto paesaggistico dei ripetitori tve di telefonia, la nuova legge regionale sull'elettrosmog colmerà un vuoto legislativo e tutelerà i centri storici». La legge è pronta da un paio di mesi, «t stata inviata da tempo. Mi auguro proprio che il presidente della giunta regionale è il pressing di Bonelli su Marrazzo - la metta subito all'ordine del giorno».
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